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Ormai da alcuni anni in tutta Europa si prendono misure ambientali e si applicano norme per l’efficienza energetica e protocolli di certificazione ambientale nell’ambito delle nuove costruzioni e sugli edifici esistenti. All’interno di queste politiche si colloca il caso di riqualificazione energetica e ambientale spagnolo di Playa de Palma (Baleari).
Nel 2009 le Baleari hanno iniziato il recupero del patrimonio edilizio esistente, con l’obiettivo di migliorarne l’efficienza energetica e diminuirne l’impatto ambientale: è nato il “Consorzio Playa de Palma“, formato da: Ministero dell’Industria, Turismo e Commercio, Comunità Autonoma delle Isole Baleari, Consiglio Insulare di Majorca e Comuni di Palma e Llucmajor.
L’intervento di riqualificazione energetica e ambientale riguarda edifici abitativi ed alberghieri, ma anche la scala urbanistica e l’impatto antropico sul territorio.
In questo articolo illustro la metodologia applicata agli edifici residenziali: l’esempio-pilota dimostra che attraverso una buona ristrutturazione di edificio e impianti, insieme a un buon utilizzo e gestione degli stessi, si può ridurre significativamente l’impatto ambientale.
Gli Obiettivi della Riqualificazione Energetica-Ambientale Spagnola
- Determinare criteri di riqualificazione e uso degli edifici a Playa de Palma, per ridurre del 50% l’impatto ambientale rispetto alla situazione precedente dell’edificio o a una riqualificazione standard. Sono stati considerati i seguenti indicatori ambientali:
- ENERGIA: consumo associato alle fasi di vita dell’edificio
- ACQUA: consumo sanitario, pulizia e irrigazione
- MATERIALI: consumi generati da ristrutturazione, gestione, manutenzione
- EMISSIONI CO2 EFFETTO SERRA: energia consumata in tutti i processi associati alla vita utile dell’edificio.
- Ottenere certificazione energetica classe A o B per l’edificio.
- Sviluppare un processo standard per valutare le migliorie ambientali da applicare agli edifici residenziali di Playa de Palma.
Le Fasi del Recupero Energetico e Ambientale
- Raccolta dati e sopralluogo: analisi del sito (clima, posizione, microclima, contesto), sistemi tecnico-costruttivi, materiali, impianti, profili d’uso e gestione, consumi.
- Stesura di profili informatizzati: rielaborazione delle informazioni con software (fabbisogni, certificazioni energetiche, bilanci idrici, analisi dei materiali impiegati).
- Determinazione di opportune strategie e azioni di riduzione d’impatto ambientale per le fasi di intervento e uso, comprese valutazioni tecniche, economiche, normative.
- Definizione di profili d’impatto ambientale dell’edificio: stato attuale, ristrutturazione standard (ovvero quella in cui non si considerano migliorie energetiche o ambientali) e riqualificazione ambientale, gestione successiva dell’edificio. L’obiettivo era di arrivare alla riduzione del 50% sul consumo di energia, acqua, materiali, emissioni di CO2, rifiuti edili, in 50 anni di vita dell’edificio.
I Risultati della Ricerca
ENERGIA
L’analisi con il software spagnolo LIDER (per la simulazione energetica in regime dinamico degli edifici) ha portato a queste specifiche strategie di intervento:
- azione su domanda energetica (soluzioni passive: miglioramento involucro edilizio, captazione solare invernale, ventilazione naturale incrociata in fase estiva)
- aumento efficienza energetica degli impianti (sostituzione impiantistica)
- sfruttamento risorse locali ed energie rinnovabili (solare termico e fotovoltaico)
- gestione razionale delle risorse e creazione di profili d’uso ottimizzati.
A seguito di simulazioni con Energy Plus e DesignBuilder si sono dimensionati gli interventi e le soluzioni da adottare, tra cui:
- gallerie di captazione solare invernale (incorporate ai balconi), plenums di ventilazione estivi (ventilazione incrociata tra appartamenti, blocco scale, patio interno)
- dotazione di isolamento termico nell’involucro edilizio e infissi energeticamente efficienti
- dotazione di protezioni solari estive che permettano anche contributi di risparmio energetico in fase invernale
- sostituzione impianti di climatizzazione obsoleti con altri energeticamente più efficienti (pompe di calore ad appoggio solare, illuminazione, elettrodomestici efficienti).
Queste azioni portano a riduzioni delle emissioni di CO2 dell’ordine del 60% e anche un notevole risparmio economico in bolletta.
ACQUA
L’edificio esistente non presentava misure di riduzione dei consumi di acqua potabile, pertanto si riscontravano sprechi. E’ importante sapere che esistono molti modi per risparmiare acqua e che gli usi non sono necessariamente quelli potabili.
Strategie impiegate:
- aumento efficienza (rubinetti a doppia apertura, portate minori, dotazione di arieggiatori per lavabi, docce, bidet, vaschette doppia portata, elettrodomestici a minor consumo d’acqua
- impiego risorse idriche locali (raccolta, utilizzo acqua piovana da cedere per usi comunali: irrigazione, pulizia strade)
- riutilizzo acque grigie: da lavabi e docce a vaschette dei WC, altri usi non potabili.
A seguito dei calcoli, si arriva al risparmio del 60% delle risorse idriche.
MATERIALI
L’analisi dell’esistente ha generato specifiche strategie sui materiali:
- conservazione materiali e sistemi costruttivi esistenti: sostituzioni solo se necessarie. Sono state mantenute le opere in cemento armato e sostituite parzialmente coperture, infissi, divisori fissi e mobili, pavimentazioni, rivestimenti. Le finiture sono state sostituite con altre a base di materiali naturali
- diminuzione quantità e impatto ambientale dei materiali, impiego di materiali riciclati o riciclabili
- impiego materiali a bassa manutenzione e ampia durabilità.
L’analisi delle soluzioni proposte rispetto allo stato precedente in termini energetici ed emissioni di CO2 in fase di estrazione, fabbricazione e manutenzione dell’edificio hanno evidenziato un risparmio del 60%.
RIFIUTI EDILI
Dopo l’analisi della gestione e riciclaggio dei rifiuti edili attuali (banche dati, statistiche, elaborazione dati), sono state proposte le seguenti strategie:
- riduzione generazione di rifiuti edili (prefabbricati con montaggio a secco)
- reimpiego di rifiuti creati (frantumazione derivate da demolizioni)
- riciclaggio di materiali non riutilizzabili (metalli)
- recupero energetico da rifiuti non riutilizzabili e non riciclabili che ammettano combustione controllata (legname, plastiche sporche o mescolate)
- conferimento in discarica controllata dei rifiuti non recuperabili (vetro laminato)
I calcoli hanno mostrato che bassa generazione di rifiuti, separazione selettiva, riutilizzazione e gestione del riciclaggio in opera non bastano per ridurre i rifiuti da discarica al 50%. Il problema è insito nel sistema di gestione dei rifiuti edili sull’isola che non promuove il riciclo in quanto troppo costoso nell’assetto attuale: è necessario agire sulla logistica e modificare la gestione dei rifiuti di tutta l’isola.
CICLO DI VITA
Si è definito un ciclo di vita di 50 anni, partendo dal momento della riqualificazione. L’indicatore utilizzato per eseguire una lettura del comportamento dei diversi scenari analizzati è stato l’emissione di anidride carbonica associata all’energia consumata per:
- estrazione e fabbricazione dei materiali
- trasposto materiali
- processo costruttivo
- uso e manutenzione dell’edificio
- demolizione e discarica.
La ristrutturazione energetica – ambientale ha generato una riduzione d’impatto ambientale del 50%. Da sottolineare l’incidenza dei risparmi nella corretta gestione del sistema edificio-impianto. Se applicate sistematicamente, le strategie esposte, nell’arco di 50 anni, permetterebbero notevoli risparmi diretti (energia primaria in bolletta) e indiretti (minor consumo d’acqua grazie ad esempio alla potabilizzazione).
Ovviamente il recupero degli edifici secondo criteri ambientali suppone uno sforzo economico iniziale superiore rispetto agli interventi standard: è importante riflettere su efficienza e risparmi energetici successivi, quelli dati dalla corretta gestione.
Lo stato potrebbe orientarsi verso politiche di sensibilizzazione, bonus/premialità e sconti ulteriori sulla riqualificazione energetica e ambientale degli edifici esistenti. Essi incentiverebbero i cittadini ad agire sui fabbricati in chiave ambientale.
A cura di Ing. Rosaria Agueci
Fonte: Un caso pilota di recupero ambientale energetico a Playa de Palma
Photo credit: sackton, Naace, stressedtechy, dionh