LCA Life Cycle Assessment in Edilizia: Come Ridurre l’Impatto Ambientale Complessivo di un Edificio

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I primi studi sull’analisi del ciclo di vita (LCA Life Cycle Assessment) risalgono agli anni sessanta. Fin da allora lo scopo fu quello di riuscire a quantificare le emissioni e gli impieghi di risorse necessari per la produzione e lo sviluppo dei prodotti.

La valutazione LCA viene definita come un procedimento oggettivo di valutazione dei carichi energetici ed ambientali relativi ad un processo od un’attività, effettuato attraverso l’identificazione dell’energia e dei materiali usati e dei rifiuti rilasciati nell’ambiente. La valutazione include l’intero ciclo di vita del processo o attività, comprendendo l’estrazione ed il trasporto delle materie prime, la fabbricazione, il trasporto, la distribuzione, l’uso, il riuso, il riciclo e lo smaltimento finale.

Restringendo il campo al settore dell’edilizia, risulta evidente che un’analisi completa e complessa come l’LCA potrebbe fornire importanti informazioni e suggerimenti per ridurre gli impatti ambientali a tutte le scale, dal prodotto all’edificio.

LCA Life Cycle Assessment in Edilizia: Come Ridurre l'Impatto Ambientale Complessivo di un Edificio

Ad oggi la letteratura scientifica ha messo in evidenza come i consumi energetici di un edificio in fase d’uso dovuti alla climatizzazione – invernale ed estiva – siano così rilevanti che in pochi anni possono eguagliare l’energia spesa per la sua costruzione.

Le innovazioni tecniche nel settore delle costruzioni hanno però portato, negli ultimi anni, ad un’evoluzione sempre più rapida delle modalità costruttive ed esecutive. Materiali, tecniche, competenze e ruoli all’interno del processo edilizio tendono a specializzarsi e a scomporre l’intero processo in fasi spesso dotate di eccessiva autonomia.

Dal momento in cui sono cominciati ad affermarsi edifici a basso consumo energetico, la cui costruzione è sollecitata e incentivata dalle recenti normative sul risparmio energetico, l’energia spesa per la fase di costruzione ha acquisito un ruolo sempre più importante. Per gestire una politica di miglioramento della sostenibilità ambientale degli edifici è indispensabile disporre di adeguati strumenti di valutazione del loro impatto sia nella fase di edificazione che in quella di utilizzo.

A fronte di queste considerazioni, la stima dell’energia incorporata può essere utile per realizzare un bilancio energetico complessivo che metta a confronto l’energia risparmiata in fase d’uso e l’energia spesa in fase di realizzazione dell’edificio.

Statistiche ufficiali (ENEA) sostengono la necessità di politiche indirizzate al risparmio energetico che tengano contemporaneamente conto anche dell’approccio “life cycle”.

Infatti, in Italia, l’energia spesa in fase d’uso dagli edifici ammonta a circa il 31% del consumo finale di energia e di emissioni di anidride carbonica ma se si considera anche la produzione dei materiali da costruzione e le attività necessarie, si passa rispettivamente al 37% riguardo il consumo finale di energia e al 41% riguardo le emissioni.

Normative vigenti e una crescente sensibilità sociale tendono a far prevalere un interesse legato alla riduzione dei consumi energetici in fase d’uso. Focalizzare le strategie di intervento solo su azioni finalizzate alla riduzione dei consumi in fase d’uso potrebbe portare tuttavia ad uno spostamento degli impatti ambientali da una fase all’altra del processo edilizio semplicemente ridistribuendo il carico ambientale complessivo.

Le indicazioni estraibili da valutazioni ambientali sul ciclo di vita, invece, possono rendere consapevole il progettista di tutte le ricadute ambientali relative alle proprie scelte progettuali e supportarlo nella decisione della strategia da adottare: la progettazione ambientale richiede un approccio integrato, sia perché i criteri ambientali rientrano in tutte le fasi del processo edilizio e sia perché la riduzione degli impatti e dei consumi energetici è il risultato di sinergie tra i molteplici aspetti del progetto.

Al giorno d’oggi è diventata quindi una necessità e forse un obbligo per architetti, ingegneri e consulenti prendere in considerazione le conseguenze ambientali delle proprie scelte progettuali. Integrando l’analisi LCA nella metodologia di progettazione degli edifici, è possibile valutare l’impatto del ciclo di vita dei materiali da costruzione, componenti, sistemi e scegliere le migliori soluzioni che riducono l’impatto ambientale complessivo.

Sintetizzando, è possibile quindi affermare che l’analisi LCA è importante in quanto permette:

  • un confronto tra sistemi alternativi di prodotto e produzione con la medesima funzione
  • un confronto degli impatti ambientali di un prodotto con uno standard di riferimento
  • l’identificazione degli stadi del ciclo di vita di un prodotto che presenta l’impatto ambientale dominante
  • un confronto tra sistemi alternativi per la gestione di rifiuti
  • una riduzione dei costi tramite l’individuazione d’aree dove realizzare economie o livelli maggiori d’ottimizzazione
  • una comunicazione d’informazioni ambientali.

Per valutare gli impatti ambientali del ciclo di vita dei prodotti sono disponibili le norme ISO della serie 14040, recepite anche in Italia come norme UNI. Nonostante sia da tempo codificata la metodologia per un’analisi obiettiva dell’impatto ambientale dei materiali, troppo spesso si riscontrano ancora valutazioni basate più su aspetti qualitativi che scientifici.

Conoscere l’impatto ambientale del ciclo di vita dei materiali è quindi fondamentale per scegliere in modo corretto. Purtroppo però, soprattutto in Italia, non sono molti i produttori che hanno adottato una politica di trasparenza nei confronti del mercato.

A cura di: arch. PhD. Chiara Ducoli

Photo credit: rabinkarki

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2 Commenti

  1. Caterina

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