Workshop Pompa di Calore su Radiatori Esistenti
9 ore di formazione professionale online dedicata ai professionisti che vogliono imparare a progettare da zero un impianto a pompa di calore su radiatori esistenti, senza fronzoli, dritti al punto!Scopri di più
Dal momento che i nuovi edifici rappresentano solo circa l’1% del patrimonio edilizio totale, gli edifici esistenti sono responsabili per la gran parte dell’energia consumata, circa il 40% dei consumi energetici totali in Europa.
Vi è quindi una forte necessità di risparmio energetico sugli edifici esistenti, in una situazione come la nostra per cui il consumo totale di energia deve essere ridotto nel breve e medio periodo.
Come risparmiare energia in casa, soprattutto in case esistenti, ma non solo? Oltre ad effettuare interventi di riqualificazione energetica sull’involucro edilizio, spesso limitati dai regolamenti comunali o a volte complessi da realizzare a regola d’arte, puoi risparmiare attraverso comportamenti e abitudini virtuosi, influenzando i consumi energetici della tua casa più di quanto tu possa immaginare.
Ad oggi, non c’è una completa conoscenza sugli effetti delle varie strategie di risparmio energetico, in particolare perché l’influenza del comportamento e delle abitudini degli utenti non è stata studiata nella stessa misura degli aspetti più tecnici. Il consumo totale di energia degli edifici è un’interazione tra architettura, ingegneria, impianti e comportamento degli occupanti.
Uno dei motivi principali del problema di cui sopra è, che oggi, l’obiettivo principale è posto sul consumo energetico dell’edificio, mentre il consumo di energia legato al comportamento degli utenti è in gran parte ignorato. Ciò è in parte dovuto alla mancanza di conoscenza circa il rapporto tra il comportamento degli utenti e l’uso dell’energia, compresa l’importanza del funzionamento e della manutenzione della casa, nonchè del clima in cui essa è situata.
Il comportamento e lo stile di vita degli occupanti può addirittura raddoppiare o dimezzare il consumo di energia nelle abitazioni.
Per soddisfare le nostre aspettative di risparmio energetico, è quindi importante ottenere molte più informazioni sull’interazione tra utente e consumo energetico. Aumentando la conoscenza su questo argomento, sarà anche possibile ottenere previsioni più accurate nell’ambito della progettazione e riqualificazione energetica degli edifici.
In questo articolo analizzo le possibili interazioni tra clima interno e comportamento degli occupanti che possono influire sul consumo di energia.
Ecco tutti i dettagli:
Interazione tra Clima Interno e Comportamento degli Occupanti
Il comportamento degli occupanti può influenzare il clima degli ambienti interni in cui vivono, causando una grande variazione nel consumo energetico dell’edificio. Può funzionare anche in senso inverso, ovvero che la temperatura interna può influenzare il comportamento degli occupanti che a loro volta possono, in un qualche modo, portare a una variazione nel consumo di energia.
Il clima interno può essere influenzato dal comportamento degli utenti per diversi motivi:
- una reazione dovuta a una percezione di uno o più parametri climatici interni
- una reazione causata da preoccupazioni per problemi di salute connessi con l’ambiente interno, ad esempio asma e allergie.
I parametri climatici interni che possono influenzare la percezione degli occupanti e di conseguenza il loro comportamento sono numerosi e possono essere correlati:
- alla trasmissione di energia termica
- l'”atmosfera” interna
- l’acustica e la visibilità negli ambienti.
Esempi di come i parametri climatici interni possono influenzare il nostro comportamento possono essere presi dalla nostra vita di tutti i giorni. Se la temperatura dell’aria interna non è percepita come confortevole, ciò può causare un’azione di adattamento:
- regolare un termostato
- aprire o chiudere una finestra
- cambiare abbigliamento
- regolare un condizionatore.
Se la qualità dell’aria percepita è pessima, questo può farci agire, trovando e rimuovendo la sorgente di odore, aprendo una finestra o aumentando la ventilazione, regolando il flusso d’aria di un eventuale sistema di ventilazione.
Se gli occupanti avvertono freddo a causa dell’aria che entra in ambiente interno, in inverno, attraverso una bocchetta d’aria nel muro, succede spesso che questa viene chiusa. Questo porta a ridurre la ventilazione minima necessaria per evitare la formazione di umidità in appartamento.
Tali azioni di adattamento sono definite da Nicol e Humphreys, che afferma: “Se si verifica un cambiamento tale da produrre disagio, la gente reagisce in modo tale da cercare di ripristinare il loro comfort termo-igrometrico“. E’ il cosiddetto comfort adattivo.
Prima di analizzare le interazioni tra il comportamento degli occupanti e i consumi energetici negli edifici attraverso delle simulazioni energetiche in regime dinamico, nei prossimi articoli voglio presentare alcuni risultati già ottenuti da altri ricercatori.
P.S.: Ricordo che se vuoi aiutarmi in questo lavoro puoi indicarmi quali variazioni alla gestione dell’edificio saresti curioso di vederne gli effetti sul comfort e sui consumi energetici attraverso una simulazione energetica in regime dinamico.
Puoi farlo nei commenti sotto o a questo link in forma anonima.
Ciao e al prossimo articolo.
Andrea
L’esempio del freddo che entra dalle griglie di ventilazione (obbligatorie dove ci siano apparecchi a gas) è molto calzante e illuminante.
Così come ha un forte impatto sulla generazione di muffe sui ponti termici la tendenza a cambiare l’aria nei locali la mattina presto (con tassi di umidità più elevati e temperatura più basse), con crescente sensazione di disagio e scarsa qualità ambientale ce spinge a un maggiore ricambio… un gatto che si morde la coda.
…quindi, se in cucina si utilizzassero piastre ad induzione – che funzionano ad elettricità e non a gas, e potenzialmente già aiutano a risparmiare su tempi e costi di cottura grazie alla loro efficienza, oltre ad essere più sostenibili poiché non causano emissioni di CO2 e più sicure perché non possono causare fughe di gas – non essendo obbligatorie le griglie di ventilazione sarebbe possibile limitare gli scambi termici. Un intervento, certo non a costo zero, però assolutamente non invasivo e facile da realizzare in ambienti esistenti.
Ciao Maurizio, il tuo discorso può essere giusto, ma attenzione che per fare 1 kWh di energia elettrica ce ne vogliono quasi 3 kwh di energia termica. Questo significa che non è scontato dire che i fornelli elettrici sono più efficienti.
Ciao e grazie del tuo commento.
La produzione di energia elettrica normalmente produce emissione di CO2. Inoltre nelle cucine è necessario un ricambio di aria a causa dell’umidità e degli odori.
Altri consigli dagli utenti di analisi energetica parametrica:
A parità di temperatura operante interna è più vantaggioso mantenere l’impianto sempre attivo alla minima temperatura di mandata (eventualmente qualche ora di fermo notturno) oppure mantenere programmi di accensione e spegnimento definiti dalla norma secondo la zona climatica di appartenenza?
Si considerino le seguenti condizioni al contorno:
1 – caldaia a condensazione
2 – impianto a radiatori
3 – edificio in muratura senza coibentazione (tradizionale)
4 – edificio in muratura con coibentazione esterna (cappotto)
5 – edificio in muratura con coibentazione interna
Altri consigli dagli utenti:
Variazione dell’apertura delle finestre (inverno) che nel caso di alcune “massaie” si protrae anche per ore.
In Sostanza pianificare una strategia x i ricambi dell’aria senza disperdere troppo calore.
Complimenti x il tuo Sito ed ammiro la tua passione e competenza dalla quale traggo molte utili indicazioni.
Cordiali saluti
F.
Altro consiglio di simulazione parametrica:
Sostituzione del piano cottura a gas con piano cottura a induzione e eliminazione del foro di ventilazione.
Un parere di un utente:
La mia esperienza mi dice che le abitazioni esistenti non sono ben isolate dal freddo (e dal caldo). Dunque, questo è il primo dei problemi.
Il freddo, in un edificio come quello in cui abito che, presenta una sola scalinata con otto condomini, due per lato, l’esposizione di ogni appartamento su ben tre lati, lo sottopone a escursioni termiche elevate.
Ho sperimentato che per me che abito al primo piano, c’è anche il problema dei boxes sottostanti che, non sono riscaldati.
Dunqe, la soluzione dovrebbe consistere nell’isolamento di tutte le pareti esterne (eseguito dall’interno o dall’esterno), nella sostituzione totale di tutti gli infissi e, nell’isolamento del pavimento.
Non vi sono altre strade percorribili.
La fagocità estrema dei governi nazionali che sono emanazione degli interessi bancari, finanziari e dei grandi gruppi privati e statali, impediscono la formazione di quel risparmio necessario ad eseguire i lavori descritti in maniera risolutiva.
La detrazione Irpef è solo nominale, come gli interessi sui Bot. Lo Stato infatti incassa, l’Iva, l’Irpef sull’impresa che esegue i lavori e quella sul tecnico che effettua la certificazione. Procede in troppi anni (10 sul 55% attuale) a rifondere la parte che spetta a chi ha investito che è però divorata dall’inflazione, da nuove tasse, da l’aumento incontrollato dei prezzi.
Il comportamento delle persone che abitano in un appartamento non isolato, è conseguentemente basato sulla necessità di assicurarsi un ambiente sufficientemente riscaldato di giorno e di notte, soprattutto per gli anziani ed i bambini e per tutti coloro che comunque non sopportano il freddo.
I costi del gas per il riscaldamento, legato in modo speculativo all’aumento del costo del petrolio e da Autorità nazionali che servono gli interessi dei potentati energetici, unitamente all’eccessiva tassazione governativa, stangano le famiglie a basso reddito.
Una situazione fuori controllo in ogni senso.
Un consiglio di un utente su una variazione parametrica da simulare:
Influenza delle valvole termostatiche sui consumi.
I presupposti del tuo articolo sono interessanti, sono convinto del ruolo primario dell’utenza ed è per questa ragione che da qualche tempo mi occupo dell’influenza che le valvole termostatiche possono avere sui consumi.
Bisognerebbe valutare meglio la loro influenza anche in ragione della loro obbligatorietà negli impianti centralizzati.
Grazie
Flaviano
Ciao Andrea ti scrivo con po’ di ritardo dovuto a delle constatazioni e riflessioni sull’argomento.
Anche migliorando il comportamento o le abitudini dei suoi residenti negli edifici esistenti e di una certa vecchiezza, il risparmio energetico, sia invernale che estivo che si otterrebbe sarebbe di una percentuale talmente esigua che, secondo il mio parere, da non incidere più di tanto sui consumi, (specialmente allo stato attuale e con questa crisi economica il cittadino e talmente attento e guardingo più di quanto si immagina).
L’isolamento globale o parziale di un edificio o di un appartamento di una certa vetustà, attualmente ha un costo abbastanza considerevole e non sostenibile per la maggior parte dei proprietari degli edifici, anche perché il vantaggio economico che ne trarrebbero, non è nel breve ma nel lungo periodo.
Ti faccio uno, di alcuni esempi concreti di cui ho assistito di recente: un conoscente che abita in un appartamento vicino al mio edificio di circa 80 mq. ha fatto isolare, circa due anni fa, al suo interno tutte le pareti esposte verso l’esterno, con apposito materiale termicamente isolante di 5 cm di spessore, con una spesa complessiva di circa 8.000 euro, ottenendo un risparmio energetico sulla bolletta di poco più del 10%, nel frattempo con i rincari energetici che si sono succeduti e con l’aggiunta di alcune accise il risparmio economico prima ottenuto ora si è ridotto quasi a zero, (secondo te questo signore ha fatto un buon investimento?).
Ciao Enrico e grazie per il tuo commento.
Secondo me ogni caso va valutato singolarmente e quindi probabilmente se il tuo vicino avesse investito un pò di più sullo spessore di isolante termico (non so se quei 5 cm erano sufficienti ai fini di legge), avrebbe forse fatto un buon investimento, ovviamente a lungo termine.
Magari forse gli conveniva cambiare prima gli infissi, non so, dipende caso per caso, in funzione di diverse variabili tra cui l’esposizione delle pareti, la loro superficie, superficie del tetto, tipo di impianto, insomma, ribadisco che ogni caso andrebbe preso e valutato a parte.
Purtroppo questo tipo di investimento ha tempi di ritorno abbastanza lunghi, e quindi forse, abbinati a comportamenti virtuosi, o anche solo questi, potrebbero sicuramente accorciare i tempi di ritorno degli investimenti di riqualificazione energetica o risparmiare da subito diversi euro (di nuovo dipende anche qui da casa a casa, ma credo fermamente che ci siano discreti margini di risparmio).
Proprio per questo ho intenzione di iniziare una campagna di simulazioni energetiche per cercare di verificare numericamente quanto influisce la corretta o meno gestione di un edificio, di diverse forme e tipologie.
Ciao e a presto!
Ciao Andrea, grazie per tutto, per quanto al comportamento degli occupanti:
– consuocera, spesa di riscaldamento € 600
– figlia, spesa di riscaldamento € 1100
– moglie, spesa di riscaldamento € 2250.
Questo inverno ho dotato l’appartamento con una stufa aggiuntiva a pellets. Spero che il dover caricare la stufa, fare la pulizia quotidiana, fare la pulizia settimanale, andare a comprare il pellets, spostare i sacchi etc., possa indurre a comprendere meglio i costi del riscaldamento.
A primavera farò il conto e ti saprò dire.
Saluti
Buongiorno Andrea, complimenti per la passione che metti nel trattare l’argomento “efficienza energetica”…
Da qualche anno sto perseguendo l’obiettivo di rendere la nostra abitazione a schiera meno energivora! Purtroppo limiti di budget ci costringono ad affrontare i lavori a step consecutivi.
Ho iniziato 4 anni fa installando illuminazione a led nella zona giorno, cambiando la lavatrice e il forno, acquistandone di più moderni ed efficienti. Il risultato è stato il dimezzamento della bolletta elettrica!
Ingolosito 3 anni fa abbiamo sostituito gli infissi con nuovi in pvc e triplo vetro: migliorato tanto il confort (meno spifferi), meno evidente il risparmio in bolletta.
2 anni fa siamo passati alla coibentazione del tetto, anche qui miglior rendimento soprattutto estivo (abbiamo adottato la fibra di legno) ma risparmio in bolletta trascurabile.
Ora rimane il cappotto esterno. Visti i tempi non credo riusciremo a farlo neppure quest’anno ed è un vero peccato visto che il grosso della dispersione avviene nel nostro caso, proprio dalla muratura perimetrale e dai ricambi d’aria incontrollati!
Ritengo che la nostra possa essere considerata una famiglia dal comportamento “virtuoso” ma, nonostante ciò, molti degli sforzi vengono vanificati dai continui aumenti dei combustibili.
Saluti Andrea
Ciao Andrea e grazie per il tuo parere.
Complimenti per il tuo comportamento virtuoso. Non sono molto d’accordo sulla vanificazione degli sforzi a causa dell’aumento del combustibile.
Considera che più aumenta il costo del combustibile e più il tuo risparmio energetico sarà elevato. Ogni kWh di energia risparmiata avrà un valore sempre maggiore all’aumentare del combustibile, quindi avrai sempre più convenienza.
Certo Andrea sono d’accordo, ho solo voluto estremizzare il concetto… anche perchè, oltre al risparmio, uno dei miei obiettivi è il comfort abitativo e da questo punto di vista le cose sono migliorate molto!