Workshop Superbonus 110%: Esempi Step by Step
Mettiamo in pratica, step by step, la nuova verifica di congruità dei costi con i prezzi massimi dell'Allegato A fino alla generazione dei quadri economici e SAL per le asseverazioni tecniche (esempi pratici su condominio)Scopri di più
Il nuovo fenomeno abitativo del cohousing o autocostruzione è sempre crescente in Italia. A partire dall’aspetto edilizio, l’autocostruzione di case ecologiche presenta forti caratteristiche ambientali, economiche e sociali.
In pratica, gruppi di persone si uniscono per costruirsi da soli la propria casa – l’ultima notizia di cronaca riguarda la costituzione e l’avvio del cantiere di un progetto innovativo a Cesano di Senigallia – e da qualche anno si leggono sempre più annunci per reclutare e coinvolgere cittadini interessati, prevalentemente nei piccoli centri, in attesa che anche nei comuni più grandi le testate che pubblicano annunci a Roma o in altre città, aiutino a far partire nuove esperienze.
Photo credit: TheGiantVermin
Nel caso specifico, a Cesano di Senigallia la Cooperativa Edilizia Le Mani per Vivere Insieme prevede la realizzazione del progetto di autocostruzione di venti alloggi in bioarchitettura e bioedilizia ed è una delle azioni sociali scaturita, fra l’altro, da un finanziamento del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali alla Provincia di Ancona per attività di inclusione sociale dei migranti.
La cooperativa è costituita da italiani e immigrati ed è presieduta da un italiano con una vicepresidente cinese. Tutti gli associati dedicano alla costruzione degli appartamenti – com’è nella logica del cohousing – un monte ore di lavoro organizzativo e manuale con un particolare riguardo a soluzioni, tecniche e prodotti ecocompatibili e di rispetto ambientale.
Scelte che orientano anche il ciclo di vita dell’edificio in termini di energia, riscaldamento, smaltimento rifiuti, arredamenti interni e ogni altro aspetto dell’impatto ambientale con riguardo anche gli spazi comuni che possono ospitare servizi di utilità (eventuali giardini, orti, parchi giochi, palestre, lavanderie, rimesse auto ecc.) organizzati, realizzati e gestiti anch’essi con la stessa logica ambientale.
Fuori dal caso specifico, costruirsi la casa o adattare un alloggio (in questo caso si parla di autorecupero) fa parte della storia dell’uomo anche in tempi più recenti nei quali l’edilizia ha assunto una connotazione più specialistica e industriale. Una pratica diffusa tra i ceti popolari e maggiormente presente in alcuni Paesi del Nord Europa e negli Stati Uniti.
Queste due modalità dell’abitare sostenibile – che prevedono la presenza di esperti specializzati in grado di progettare, guidare il lavoro e sostenere in ogni modo i costruttori – possono essere totali e parziali e consentono un cospicuo abbattimento dei costi di costruzione e di accesso ad un’abitazione. Un risparmio relativo alla percentuale di opere realizzabili che può variare approssimativamente tra il 40 e il 60% della spesa totale.
Oggi, le scelte progettuali e tecnologiche adottate nell’autocostruzione assistita e nell’autorecupero contribuiscono a realizzare abitazioni ed edifici competitivi con quelli della produzione corrente a livello di qualità architettonica, durabilità, risparmio energetico e biocompatibilità. Con l’ulteriore vantaggio che tale procedura può diventare un utile strumento per la formazione di manodopera qualificata e per l’aumento delle opportunità di impiego degli stessi autocostruttori.
Inoltre, il perdurare della crisi economica ha comportato un continuo impoverimento delle risorse degli enti locali i quali sempre meno provvedono alla realizzazione di abitazioni di tipo popolare; optando maggiormente per la vendita di terreni pubblici a imprese che offrono, in cambio, una quota degli alloggi finiti che troppo spesso presentano costi troppo elevati per chi vorrebbe prenderne uno in locazione o acquistarlo.
In un’ottica di sviluppo sostenibile, i percorsi della nuova edilizia non possono prescindere, oltre che dall’impatto ambientale, anche dalle numerose e articolate questioni economiche e sociali strettamente connesse.
Trovo che l’autocostruzione sia una delle soluzioni più interessanti per risolvere il problema casa abbassando i costi e a volte migliorando lo standard. Purtroppo le leggi, i regolamenti e la burocrazia in Italia non favorisce, anzi, ostacolano questa interessante iniziativa.
Anche nel filmato delle iene è possibile vedere molti aspetti che porterebbero alla chiusura del cantiere per una moltitudine di mancanze riguardanti la sicurezza (mancanza di parapetti, cinghie di sicurezza, scarpe antinfortunistiche, guanti e soprattutto caschi). L’operaio che entra in cantiere deve avere almeno svolto i corsi di antincendio e primo soccorso, quelli che salgono sul tetto il corso per le funi, l’impianto elettrico e idraulico deve essere firmato da uno abilitato non parliamo poi di assicurazioni PIMUS POS patentini per movimentazione gru ecc ecc Non ho idea come abbiano fatto in quel cantiere, ma nella norma lavorando in quel modo si andrebbe a rischio di continui blocchi cantiere, salatissime multe e infortuni. Se si sviluppassero dei corsi base, rispettando le norme per la sicurezza, utilizzando metodi costruttivi modulari es. telaio in legno, persone come me potrebbero aspirare ad avere una casa senza fare un mutuo quarantennale.