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Il fotovoltaico con accumulo sta diventando realtà. La Batteria domestica Tesla Powerwall lanciata qualche giorno fa sul mercato introduce una nuova intelligenza che fino ad oggi mancava nei sistemi di accumulo di energia elettrica, facendo fare un salo in avanti all’autoconsumo in casa.
Di seguito un’analisi finanziaria di un impianto fotovoltaico da 6 kWp con senza batteria di accumulo Tesla PowerWall.
Dalla fine dell’era degli incentivi sulla produzione di energia rinnovabile fotovoltaica e dalla successiva fase di incentivazione mediante detrazione fiscale, il modo di concepire gli impianti fotovoltaici è cambiato notevolmente.
Si è compresa l’importanza della giusta “taglia” dell’impianto che consenta di ottenere il migliore vantaggio economico possibile. Questo perchè nel regime di scambio sul posto (SSP) il ritorno dell’investimento si accorcia quanto più la produzione istantanea media dell’impianto si avvicina ai consumi istantanei medi diurni.
Il concetto è semplice: tutta l’energia che il mio impianto produce deve essere autoconsumata.
Questo non è però possibile in quanto le produzioni di un impianto fotovoltaico seguono un andamento parabolico. Si hanno quindi delle ore in cui la produzione fotovoltaica non copre la totalità dei consumi, mentre nelle ore di punta si verifica una sovrapproduzione con una conseguente cessione in rete dell’energia.
I sistemi di accumulo a batterie si presentano come la soluzione a questa problematica, con l’obiettivo di avvicinare la percentuale di autoconsumo al 90%.
Sottolineo che per fare questo si ha la necessità di creare un’intelligenza capace di scindere l’energia prodotta in modo tale da coprire i carichi e con il surplus andare a caricare le batterie del sistema di accumulo. L’energia stoccata nelle batterie viene poi utilizzata per coprire i carichi notturni.
Dallo scorso anno sono in commercio inverter e centraline capaci di gestire queste situazioni. Il problema consisteva nel poter disporre di batterie garantite per un ciclo di vita determinato, con precise prestazioni e ad un costo competitivo. Questo è infatti necessario per poter redigere un conto economico e valutarne l’effettiva convenienza.
Adesso con la batteria per fotovoltaico Tesla PowerWall questo è possibile: possiamo infatti effettuare delle simulazioni riguardanti la convenienza nello stoccare l’energia.
Analisi Finanziaria di un Impianto Fotovoltaico con Accumulo mediante Batteria Tesla PowerWall
Prendiamo in considerazione un impianto fotovoltaico tradizionale da 6 kWp dal prezzo di mercato di 10.000 € con regime di SSP e che beneficia della detrazione fiscale al 50%.
Poniamo le seguenti condizioni:
- produzione stimata di 1.400 kWh/anno per kWp
- decadimento dei pannelli standard
- inflazione del prezzo dell’energia compatibile con quello degli ultimi 10 anni
- un autoconsumo del 60%
Come si può notare, l’investimento rientra in poco più di 5 anni e nei successivi 5 anni ci ha permesso di risparmiare ulteriori 11.700 €.
Prendiamo ora in considerazione un impianto fotovoltaico con accumulo. Al prezzo dell’impianto (10.000 €) si aggiunge il costo delle batterie (3.000 € circa) e la differenza per un inverter capace di gestirle (2.000 € circa).
Bisogna prima di tutto fare una considerazione: non tutta l’energia in eccesso che andremo ad immagazzinare sarà riutilizzabile: una piccola parte si perderà durante la carica e per via del calore sviluppato. Secondo le stime si potrebbe però raggiungere un autoconsumo vicino al 90%.
Anche per questa simulazione poniamo le seguenti condizioni:
- produzione stimata di 1.400 kWh/anno per kWp
- decadimento dei pannelli standard
- inflazione del prezzo dell’energia compatibile con quello degli ultimi 10 anni
- un autoconsumo dell’89%
- un sistema di accumulo di 10 kWh.
Come possiamo vedere l’investimento rientra in poco meno di 7 anni, ma sull’intero periodo di vita delle batterie ci ha reso ulteriori 12.100 €: più di un impianto tradizionale.
La differenza è davvero esigua ma segna un importante spartiacque: un impianto fotovoltaico in totale autoconsumo diventerà sempre più conveniente e, se i prezzi continueranno a scendere, la produzione energetica diffusa diventerà indipendente dagli incentivi.
Tu hai esperienza con i sistemi di accumulo per fotovoltaico? Attendo la tua opinione nei commenti.
Ecco la Presentazione della Batteria Tesla PowerWall
A cura di Ing. Francesco Frediano Muolo
Photo credit: Tesla PowerWall
Personalmente trovo la soluzione di Tesla veramente competitiva. Un impianto di 3 kWp a Frosinone produce 3600 kWh all’anno con produzione giornaliera media da aprile a ottobre di 12kWh. Una famiglia che consuma nella fascia serale 6 – 7 kWh, userebbe l’energia prodotta dal proprio impianto durante il giorno abbassando in modo considerevole i costi in bolletta.
Ciao Andrea,
ti rispondo in merito alla batterie Powerwall.
Non capisco dove sia la novità di queste batterie Powerwall cui il prezzo è tutt’altro che competitivo e a quei prezzi il mercato presenta già ottimi prodotti.
Normalmente queste batterie che sono agli ioni di litio hanno mediamente un ciclo di vita di circa 1000 ricariche con tempi per ognuna di circa 4-5 ore, ed infine con il grosso problema dello smaltimento.
C’è da considerare la potenza erogabile: 2kW sono pochini, se si ha una lavatrice e si utilizza contemporaneamente anche un altro elettrodomestico di grande consumo, un phon per esempio.
Altro problema quello della ricarica, per cui serve un impianto a celle fotovoltaiche con una superficie niente affatto indifferente.
Secondo il mio punto di vista, per il futuro, sono da tenere presente le nuove batterie agli ioni di alluminio che seppur in via sperimentale, stanno dando risultati assai incoraggianti, sembra abbiano un ciclo di vita di circa 7500 ricariche, i tempi di ricarica sono di soli pochi minuti, il materiale di cui sono costruite è quasi interamente riciclabile, l’unico neo per ora è il voltaggio, attorno ai 2 volt.
Andrea, da diverso tempo l’unico modo di offrire il fotovoltaico è con abbinamento a batterie . Nelle mie simulazioni calcolo il maggior autoconsumo paragonandolo
Al maggior costo delle batterie. Inoltre con batteria di 3000 € per 10 kWh devi prevedere un cambio di almeno 6 volte nel ciclo di vita dell’impianto (25 anni) a tecnologia costante.
Se invece utilizzi pacchi di batteria al piombo da 2 Volt devi spendere al meno il doppio e prevedere minimo 3 cambi. Il filmato è interessante ed indirizza soprattutto il mercato off-grid,
di cui esistono dei prodotti della Western Corporation (Leonardo systems) che ho offerto ad un paio di clienti.
Saluti
Ciao Enrico,
potresti indicarmi qualche prodotto da poter confrontare con il sistema di accumulo PowerWall?
La mia e-mail: ing.em.muolo@gmail.com
Per quanto riguarda la potenza erogabile, questa è comunque funzione dei carichi, quindi bisogna ragionare caso per caso. In ogni situazione l’obiettivo è quello di coprire più possibile i consumi con l’energia autoprodotta e non quello di fare a meno della rete. I due sistemi differiscono notevolmente.
Ti ringrazio per l’interesse.
Ciao Enrico,
potresti indicarmi qualche prodotto da poter confrontare con il sistema di accumulo PowerWall?
La mia e-mail: ing.em.muolo@gmail.com
Per quanto riguarda il sistema PowerWall, perchè fai riferimento ad un ciclo di vita così breve? Le batterie sono garantite 10 anni.
Ti ringrazio per l’interesse.
Molto interessante, tuttavia il dimensionamento di 6 kWp mi sembra un po’ ardito per una casa indipendente. Sarebbe possibile avere una simulazione con un impianto dimensionato per 4,5 kWp e che consuma all’incirca 4500 kWh all’anno? Grazie.
P.S.: In realtà l’analisi si ferma al primo cambio di accumulatore ma forse sarebbe più completa considerando i costi di manutenzione tipici e lavorando su 20-22 anni.
Salve, mi permetto di dire la mia. Ho un impianto residenziale 2.45 kwh che produce circa 3.400 kwh annui (Sicilia). Ho anche gli incentivi perchè l’ho fatto entro i termini del 4to conto incentivi e ovviamente SSP. Nei fatti l’impianto (con massimizzatore di produzione Tygo) mi è costato 12.500 euro comprese tutte le spese (allacci, enel, contatore nuovo ecc….). L’energia che pago in bolletta si è ridotta di nulla perchè sto fuori tutto il giorno e rientro la sera quindi consumo quello che non produco. SSP mi rimborsa circa il 65% delle bollette che pago in un anno, con 2 rimesse semestrali. GLi incentivi arrivano a circa 1.200 euro l’anno ma pagati con trances da 220/250 euro. L’investimento rientra in circa 8 anni e poi saranno 12 anni di guadagno e minor costo. Consideriamo 9 anni dato che pago una assicurazione sull’impianto (non si sa mai). La mia operazione è pertanto stata una operazione conveniente nel lungo (lunghissimo) periodo. Ma mi pongo un quesito, lavorando nel mondo del credito. Ha senso fare il contrario di ciò che la gente di norma fa quando chiede un prestito? Di fatto io ho sborsato oggi 12.500 euro privandomene immediatamente, per avere bonifici più o meno bimestrali da circa 250 euro in media….di fatto questi introiti si “sciolgono” nelle spese di tutti i giorni senza che abbia modo di apprezzare concretamente il vantaggio di averli ricevuti. Laddove invece l’esborso di 12.500 euro immediati è stato avvertito eccome, avendo dovuto scegliere se fare o non fare altre spese che progettavo in alternativa. In conclusione la mia considerazione è che l’invesitmento è sicuramente redditizio ma le modalità della redditività sono tali da non darti effettiva contezza del vantaggio economico rapportato all’esborso iniziale.
Saluti
Che il Fv in totale autoconsumo sia la strada da perseguire non c’è dubbio.
I punti che mi lasciano perplesso:
– Fv 6 kWp a 10mila € lo trovo azzardato (un impianto con ottimizzatori, specifico per il residenziale, ha costi maggiori e spesso taglie minori)
– il panorama Fv domestico è evidente che sia in costante crescita, ma presenta ancora molte lacune, tanti ancora dubitano sulle potenzialità del Fv
12.500€ per un 2.45 kw in 4° conto energia non è tanto….è TANTISSIMO!!! con 7-8.000€ si mettevano 3kwp tranquilli
La difficoltà che abbiamo trovato installando sia la Tesla che la Sonnen a dei nostri clienti è che ci vogliono mesi per ottenere le approvazioni dall’Enel che richiede ogni tipo di dettaglio prima di muoversi.
Gli impianti specie se sono lì da tempo hanno sempre qualcosa che manca o che non va ecc.
Anche questo si dovrebbe tenere in conto nei costi/svantaggi.
In generale chi vuole la batteria non è interessati a tutti questi discorsi tecnici sull’effettivo risparmio.
Vogliono farlo per essere “off the grid” sentirsi disconnessi e liberi dalla bolletta dall’Enel ecc. E un “desiderio di libertà” più che un business per il cliente.
se installo un accumulo posso ridurre la taglia dell’impianto, questo non è stato considerato
Nell’articolo c’è scritto che un sistema di accumulo da 10kWh costa 3.000 euro, mi sembra un po’ poco. O sbaglio?
Ciao Matteo, effettivamente ad oggi la batteria Tesla Powerwall 2 ha una capienza di 13,5 kWh e il costo, tra fornitura compresa installazione, si aggira sui 8000 euro.