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In merito agli incentivi fotovoltaico per il 2013, in alternativa al V Conto Energia esiste la possibilità di usufruire delle detrazioni fiscali 50% sul costo di installazione dei pannelli fotovoltaici. Il 22 giugno 2012 è stato promulgato il decreto legge n. 83, che stabilisce la compatibilità tra l’agevolazione della detrazione fiscale al 50% e il meccanismo dello Scambio Sul Posto riguardo alla realizzabilità di impianti fotovoltaici (lo scambio sul posto non rientra tra gli incentivi fotovoltaico 2013).
In particolare, la legge in questione regolamenta la detrazione IRPEF attribuendole un valore pari al 50% fino al 30 giugno 2013, passata la quale data essa diventerà strutturale al 36%.
Il meccanismo dello Scambio Sul Posto regolamenta l‘utilizzo dell’impianto fotovoltaico tramite un sistema di conguaglio tra l’energia non utilizzata di giorno, quindi ceduta alla rete, e l’energia prelevata dalla rete, quindi comprata, dal calare del sole all’alba del giorno successivo. Ogni tre mesi viene effettuato un conguaglio economico in conto corrente, il quale restituisce parte della bolletta pagata quando l’impianto fotovoltaico non è attivo.
A titolo di esempio, un impianto produce 10 kWh al giorno e viene installato su una utenza che utilizza 4 kWh diurni e 6 kWh serali e notturni. Di conseguenza il sistema cederà alla rete 6 kWh perchè non direttamente utilizzati. Ogni tre mesi l’utente riceverà un conguaglio in conto corrette pari all’80% del costo pagato, in bolletta, per l’ammontare della differenza tra l’energia elettrica ceduta alla rete durante il giorno e quella prelevata dalla stessa a sole tramontato, in questo esempio 6 kWh.
È altresì utile formulare esempi pratici commisurati su reali utenze domestiche, in particolare saranno analizzate utenze da 3 kWp, 6 kWp e 10 kWp.
Un impianto fotovoltaico da 3 kWp, del costo indicativo di 8.000 €, posizionato su un tetto idealmente inclinato a 20°, orientato non propriamente a sud, in zona centro-nord Italia, può arrivare a produrre 3450 kWh all’anno.
Se si considera un consumo di circa 3300 kWh annui, di cui la metà avviene durante il giorno ed il restante si consuma dopo il calare del sole, tramite il meccanismo oggetto di studio si otterrà un beneficio consistente nel risparmio immediato in bolletta e conguaglio dovuto allo scambio sul posto pari a 680 € (ipotizzando il costo giornaliero per kWh pari a 0,25 €, e il costo serale e notturno a 0,17 €/kWh), di cui 450 € sono riconducibili al risparmio diretto derivante dal proprio autoconsumo.
A questo importo è necessario aggiungere 400 € all’anno di detrazione fiscale 50%, per 10 anni, per un totale di beneficio annuale pari a 1.080€. Tale impianto permetterà un tempo di recupero dell’investimento stimato in meno di sette anni e mezzo.
Analizzando un’installazione analoga relativamente ad un consumo di 6,000 kWh, si ottengono produzioni di 6900 kWh. In tal caso il beneficio di risparmio immediato in bolletta e conguaglio dovuto allo scambio sul posto sarà pari a 1,230 € circa, di cui 750 € sono riconducibili al risparmio diretto derivante dal proprio autoconsumo.
Qualora il prezzo dell’impianto fotovoltaico fosse stimabile in 14.000 €, la detrazione fiscale 50% di cui l’utenza godrebbe sarebbe quantificabile in 700 € all’anno, di conseguenza l’impianto sarebbe ammortizzabile in poco più di 7 anni.
L’ultimo caso studio è rappresentato da una famiglia i cui consumi ammontino a 10.000 kWh all’anno. L’impianto fotovoltaico, produrrà circa 11.500 kWh, per cui sarà riscontrabile un leggero surplus di produzione di energia elettrica.
Il beneficio immediato in bolletta, dovuto al conguaglio per scambio sul posto, sarà stimabile in circa 2.000 €, di cui 1.250 € relative al risparmio immediato della bolletta. Ciò si traduce in un minor costo d’acquisto dell’energia elettrica da sostenere durante l’anno. A tale beneficio si deve aggiungere la detrazione IRPEF 50%, il cui ammontare, ipotizzando un costo pari a 22.000 €, risulta essere 1.100 € all’anno. Effettuati i dovuti confronti, si potrà notare come il payback time dell’investimento è stimabile in meno di 7 anni.
Più in dettaglio:
- Impianto fotovoltaico da 3 kWp
– risparmio in bolletta più ssp: 680€
– risparmio immediato in bolletta: 1680 kWh*0.25€/kWh=420€
– scambio sul posto: 259€ - Impianto fotovoltaico da 6 kWhp
– risparmio in bolletta più ssp: 1319€
– risparmio immediato in bolletta: 3105 kWh*0.25€/kWh= 776,25 €
– scambio sul posto: 542,75 - Impianto fotovoltaico da 10 kWhp
– risparmio in bolletta più ssp: 2058€
– risparmio immediato in bolletta: 5091 kWh*0.25€/kWh= 1272,75€
– scambio sul posto: 785,25€
Per quanto riguarda lo scambio sul posto, attualmente ci si basa sul prezzo zonale orario moltiplicato per il costo unitario dei servizi rimborsato.
Sono entrambe stime ENEA, il che implica una variazione degli stessi anche su base regionale, anche nella misura di un 20% in quanto a scostamento medio. Non ultimo, la nuova normativa sullo scambio sul posto introduce altri parametri per il calcolo del costo unitario dei servizi rimborsato, senza però specificare (compito delle linee guida di prossima emanazione) quali siano i parametri e quale il loro valore.
In ogni caso il prezzo di vendita zonale è stimato in 0,11 €, mentre altrove è 0,08 €, mentre il costo unitario dei servizi è stimato in 0,05 €.
E’ altresì necessario effettuare ulteriori considerazioni a monte.
Innanzitutto, tali calcoli sono stati operati ipotizzando l’utilizzo di materiale soggetto a factory inspection, ovvero certificazioni attestanti qualità di fabbricazione europea, il che implicano costi maggiori. Da ciò deriva che mediante la fornitura di materiale non certificato si possono risparmiare diverse centinaia di € relativamente al costo dell’impianto.
Sono state considerate, in secondo luogo, installazioni standard, che nella pratica non sempre vengono effettuate in quanto non tutte le superfici sono uguali. Non sono stati considerati, ad esempio, i maggiori costi di installazione sui tetti in coppi o in ogni caso molto datati, sui tetti piani o sui tetti potenzialmente soggetti a numerosi ombreggiamenti diurni.
Considerando, poi, che sta cambiando la fattispecie dello scambio sul posto, che potrebbe diminuire il valore del meccanismo del conguaglio, comportando minori restituzioni dei costi sostenuti durante gli orari serali e notturni, è molto interessante prevedere la dotazione futura di sistemi di accumulo integrati agli impianti fotovoltaici che consentiranno di rimanere allacciati alla rete, ma allo stesso tempo immagazzinare la propria energia per gli usi notturni (scavalcando quindi il problema fine incentivi fotovoltaico 2013).
In futuro la connessione alla rete potrà servire in casi molto rari (possibilità di raggiungere la grid parity del fotovoltaico), ma attualmente è ancora preferibile, dato che, a causa degli elevati costi dei sistemi di accumulo, scambiare la propria energia con la rete ottenendo una restituzione della bolletta serale comporta un risparmio economico non trascurabile.
A cura di Ing. Stefano Superina
Photo credit: knowmybackyard
Il problema resterà per i nuovi edifici unifamiliari o bifamiliari per i quali non è prevista alcuna detrazione fiscale. L’obbligo di dover installare solare termico e solare fotovoltaico comporterà solo un onere in più oltre a quelli per la realizzazione.
Salve,
una domanda tecnica, ma ci si deve necessariamente collegare con un utente, tipo enel eni ecc o si puo’ essere autonomi al 100%, servendosi di batterie di accumilo per la sera?
Nel caso si potesse che tipo di accumumutori servono per un impianto da 6 kw?
Grazie
Ciao Andrea, grazie per il link, si credo che optare a questa soluzione sia la cosa migliore, ma non è molto chiaro in termini burocratici ai fini autorizzativi che tipo di domanda richiede l’enete comunale, qui fanno un pò come VOGLIONO!!
Abbiamo detto 50% sull’IRPEF….e le imprese???
Al momento, finchè è attivo il V Conto Energia credo sia conveniente l’integrazione innovativa. Aumentano leggermente i costi ma gli incentivi sono ottimi e gli impianti sono decisamente migliori dal punti di vista estetico.
Poi credo che la detrazione sarà il futuro anche per il FV.
Negli ultimi tempi si sente parlare tanto della fine della convenienza o addirittura disincentivazione, degli impianti di autoproduzione di energia elettrica. Questo è dovuto solo a ragioni economiche (come la distribuzione degli oneri di rete ecc.) o anche tecniche? Vale a dire… e la rete pronta per una produzione diffusa?
Grazie,
Arch.Linares
Dato che il V conto energia sta per finire, volevo approfondire l’argormento e capire bene come funziona questo “nuovo meccanismo” anche per rispondere in maniera chiara e precisa alla committenza.
Mi volevo soffermare sul tuo esempio di un impianto fv di 3 kwp con una producibilità di 3450kwh/annuo nel centro italia.
Consideri un consumo di 3300kWh di cui la metà durante il giorno e la restante nel periodo serale e notturno.
La mia domanda è:
come hai fatto a calcolare il risparmio in bolletta e il conguaglio dovuto allo scambio sul posto di 680 euro?e i 450 euro di risparmio per autoconsumo?
Mi è sufficiente il calcolo analitico; in questo modo, con un semplice esempio numerico, non ho difficoltà a far comprendere al cliente i vantaggi di questo meccanismo e spiegargli la differenza con il sistema di incentivazione attuale.
Il problema è che non è ancora certa la cumulabilità della detrazione IRPEF con il meccanismo di SSP: si attende circolare chiarificatrice dell’Agenzia Entrate.
Saluti
Emanuele: purtroppo non posso darti torto.
Carlo: è già possibile scollegarsi dalla rete, però non vi è abbastanza convenienza economica perchè:
1) i sistemi di accumulo attualmente esistenti hanno costi ancora troppo elevati;
2) difficile stabilire per un 6 kWp cosa possa convenire installare in quanto è necessario effettuare uno studio dei consumi dell’utenza interessata. In ogni caso, per soddisfare il fabbisogno energetico notturno, è opportuno considerare accumuli da almeno 2 kWp, ma, ripeto, è opportuno effettuare un’attenta analisi delle utenze, soprattutto se l’impianto deve essere stand-alone.
Gianluca: al momento, purtroppo, le aziende non unipersonali non possono far altro che portare l’impianto fotovoltaico in ammortamento. Si paventa la possibilità di un 6 Conto Energia, ma prima dei primi 100 giorni dopo le elezioni non si saprà cosa succederà al settore, sempre che avvengano dei cambiamenti.
Architettolinares: la rete purtroppo non è ancora pronta, e onestamente, non so se nel breve periodo lo sarà. E’ stimato che sono necessari 6 mld € per adeguarla alle scelte insite nel Piano Energetico Nazionale, il problema è che il gestore della rete elettrica nazionale ha investito questo denaro per delocalizzare le proprie centrali di produzione dell’energia elettrica. Già oggi capita di frequente la richiesta di adeguare il proprio contatore da 6 kWp in monofase ad una connessione trifase.
Nicola: 680 € considera il conguaglio, corrispondente al prezzo di prelievo dell’energia notturna, opportunamente decurtato dei costi di gestione della rete elettrica, mentre effettivamente 450 € rappresentano un errore di calcolo in base alle cifre enunciate nell’articolo (la cifra da me esposta rappresenta un costo, in ogni caso presente sul mercato, dell’energia diurna pari a 0.26€/kWh)
Ligabue82: la certezza normativa è presente, come già esposto all’inizio dell’articolo e identificabile nel decreto 83, il quale è ripreso ufficialmente da una circolare dell’Agenzia delle Entrate redatta a inizio 2013.
Ciao Andrea, ti do’ un mio parere in merito al fotovoltaico con scambio sul posto.
Personalmente sono più favorevole all’installazione di un impianto fotovoltaico con accumulo che quello con scambio sul posto per i sottoscritti motivi.
Questo tipo di installazione, (con l’accumulo), per me è sicuramente molto più economico, non necessita di ulteriori contatori per il conteggio dell’energia prodotta o immessa in rete, il montaggio risulta molto più pratico, semplice e veloce, niente burocrazia, la certezza di un risparmio immediato, visibile e non più l’attesa di incentivi e rimborsi da parte del Gse.
Altro vantaggio non trascurabile è che, in caso di blackout, l’impianto può continuare a produrre e rifornire l’utenza di energia elettrica.
L’unico neo attualmente, è l’elevato costo delle batterie, per un impianto di 4 Kwp quelle al Ni-Fe, che sono attualmente le più economiche, si aggira complessivamente attorno a 1.700-2.000 €, la loro durata media dichiarata è di 15 anni.
Quelle invece agli ioni di litio (più affidabili), in Germania le vendono a 800 € al Kw/h, con una riduzione dei costi prevista per il 2016 del 42%, (350 € Kw/h circa), la loro durata media sembra si aggiri a poco più di 10 anni.
Da miei conoscenti che lavorano in Germania, da aprile di quest’anno, coloro che opteranno per questo tipo di impianti, avranno degli ottimi incentivi (anche perchè queste batterie verranno prodotte in loco su licenza della Panasonic).
Se il costo delle batterie e quello dei pannelli fotovoltaici (come si spera), avranno a breve termine un forte abbattimento dei costi, questo per me sarà il futuro.
Caro Enrico, è indubbio che il futuro sarà nelle batterie e nello stoccaggio autonomo di energia elettrica. Devo però precisare che il costo del sistema di accumulo integrato ad un impianto, è paragonabile a circa 4300 € per un impianto da 3 kWp, il che implica costi ancora molto elevati.
Sebbene poi il sistema sia realmente garantito tra i 10 e i 20 anni, gli accumuli da soli hanno una garanzia sulla durata NON superiore ai 2 anni (stime fornitori di punta del settore).
Non per demolire la tua tesi, in quanto la sposo al 100%, ma è un futuro non immediato.
Non ultimo, se è vero che l’impianto smette di essere connesso alla rete nei periodi di blackout, è altrettanto vero che esistono switch che permettono di scollegare l’impianto e autoconsumarsi la propria corrente a prescindere dalla rete. Solo nel nostro Paese, purtroppo, sono ancora illegali, ma con l’avvento prossimo dei SEU, dovrebbero essere normati e dichiarati, finalmente, legali.
Se la domanda è “quando?”, la risposta è “al ben volere del futuro governo”.
L’agenzia delle Entrate ha dato parere positivo alla detrazione del 50% per il fotovoltaico, ecco il documento ufficiale.