Impianti di Condizionamento con Ventilazione Meccanica Controllata: E’ Possibile? Risposte ai Lettori

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E’ possibile realizzare impianti di condizionamento dell’aria mediante ventilazione meccanica controllata? Ecco la risposta a una domanda di un lettore:

Sto progettando un sistema di ventilazione meccanica controllata per un’abitazione di 90 mq, giacchè la ritengo un buon sistema per condizionare l’aria interna e anche un impianto versatile pensando che dopo installato potrei cambiare completamente la distribuzione spaziale della casa.

Ho già visto delle macchine col sistema Lossnay. Che ne pensi? Si potrebbe raggiungere un buon comfort termo-igrometrico o si dovrebbe aggiungere un climatizzatore?

Impianti di Condizionamento con Ventilazione Meccanica Controllata: E' Possibile? Risposte ai Lettori

Generalmente i sistemi VMC (ventilazione meccanica controllata) vengono usati per il trattamento dell’aria e non per realizzare impianti di condizionamento.

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Condizionare l’aria secondo gli standard impiantistici che si rifanno anche in Europa al modello americano seguendo le normative ASTM-ASHRAE, le quali attraverso i diagrammi psicrometrici consentono di determinare in via analitica le condizioni di equilibrio tra le grandezze operative ambientali (temperatura-umidità), significa lavorare su parametri ben specifici che possono definire le sensazioni di comfort e/o discomfort.

I sistemi VMC hanno come scopo fondamentale di consentire, attraverso i recuperi di calore con scambiatori a flusso incrociato (a elevata efficienza) a sezione rettangolare o addirittura esagonale, parte del calore ambientale che attraverso il consueto rinnovo dell’aria previsto per legge e sulla base di 0.5 vol/h (norma UNI 10339) andrebbe diversamente disperso.

In buona sostanza il sistema di ventilazione meccanica controllata, prevedendo un condotto di aspirazione di aria dall’esterno e un condotto di espulsione di aria dall’interno, attraverso un recuperatore, consente di “recuperare parte del calore sensibile” che in altre circostanza andrebbe perduto. Generalmente questi scambiatori, costituiti da n. 2 ventilatori con pressioni statiche ben definite e prevalenze legate alla portata massica d’aria in ambiente (400-800 mc/h), sono in grado di far risparmiare all’utente finale una buona parte di energia.

Da dire però che l’applicazione di sistemi di tal tipo che impiegano canalizzazione a sezione circolare e/o ovale, sono particolarmente indicati per abitazioni dalla classe energetica discreta. Non vanno bene per le abitazioni “energivore” nelle quali limitare le perdite termiche per rinnovo d’aria fresca risulterebbe ben poca cosa di fronte alle perdite termiche causate dalle frontiere scambiati a basse prestazioni termiche e igrometriche (involucro edilizio scarsamente isolato e infiltrazioni d’aria elevate). Il semplice recupero di calore con tali sistemi può dare interessanti risultati.

In altri contesti, l’accoppiamento a pompe di calore o a sistemi VRV (sistemi a volume di refrigerante variabile)/VRF (sistemi a flusso di refrigerante variabile) consente, a partire dalle condizioni al contorno di progetto per temperatura e umidità, di raccogliere anche maggiori soddisfazioni dal punto di vista del bilancio energetico globale.

I recuperatori entalpici come quello da lei menzionato hanno efficienze in linea con quelle di altri prodotti come Nilan, Zehnder, Daikin, ecc. Il recupero dell’aria attraverso questi sistemi, se non accoppiati a delle macchine elettriche, non diventa sostitutivo del sistema di produzione del calore o del calore a bassa entalpia, ma generalmente deve essere accoppiato a un altrettanto impianto aeraulico di produzione.

In buona sostanza, i sistemi VMC, alla luce delle loro prestazioni, possono dare una mano al dimensionamento della macchina per il trattamento dell’aria riducendone la potenza termica di picco anche del 30% (dipendentemente dall’efficienza del recuperatore di calore inserito nel sistema VMC).

Gli impianti aeraulici accoppiati a sistemi VRV hanno maggiori prestazioni, grazie ai quali la portata d’aria in ambiente subisce miscelazione per mezzo di termistori VOC inseriti in uscita dal recuperatore di calore, aventi lo scopo di miscelare la temperatura dell’aria espulsa con quella di immissione, nella corretta portata e adeguata temperatura.

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A cura di Ing. Gennaro Vietri

Photo credit: fortes

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