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Il progetto ZEBRA2020 finanziato dall’Unione Europea, lanciato verso la fine di aprile 2014 a Vienna, avrà l’obiettivo di monitorare lo sviluppo del mercato degli edifici a energia quasi zero in Europa, in modo da raccogliere dati concreti utili ai decisori politici nel valutare e calibrare decisioni virtuose ed efficienti in campo edilizio.
Un’economia e una società europea potranno essere sostenibili se basati su energie rinnovabili ed efficienza energetica. Per il settore dell’edilizia abitativa ciò implica la diffusione su vasta scala di edifici a basso consumo energetico (edifici a energia quasi zero nZEB). Infatti, la normativa europea sul rendimento energetico degli edifici EPBD, rende gli nZEB uno standard entro il 2020. La tecnologia è già disponibile e collaudata, ma l’adozione su larga scala degli edifici a energia quasi zero sarà comunque una grande sfida per tutti gli operatori del mercato edilizio.
Attualmente c’è una scarsa conoscenza e dati pochi affidabili sulle attività del mercato edilizio di questi edifici e ciò rende difficile azioni politiche efficienti. Ad esempio, la certificazione energetica degli edifici è stata progettata come strumento politico per stimolare la domanda di edilizia energeticamente efficiente, ma tale idea incontra davvero il mercato reale?
Pertanto, l’obiettivo principale di ZEBRA2020 è quello di creare un osservatorio sugli edifici a energia quasi zero, sulla base di studi di mercato e vari tools per la raccolta dati.
I partner del progetto potranno sfruttare sistematicamente i dati disponibili e le conoscenze accademiche sul settore delle costruzioni in Europa. Le informazioni raccolte saranno strutturate e analizzate per ricavarne consigli e strategie costruttive (ad esempio lo studio delle migliori pratiche costruttive di edifici a energia quasi zero).
Il progetto ZEBRA2020 mira quindi ad aiutare i responsabili politici a livello dell’UE e degli stati membri, le agenzie per l’energia e tutte le parti interessate al settore edile europeo a sviluppare delle strategie efficienti per accelerare il mercato degli edifici a energia quasi zero.
Il progetto copre 17 paesi europei (Austria, Belgio, Repubblica ceca, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Lituania, Lussemburgo, Romania, Slovacchia, Spagna, Svezia e Regno Unito) e circa l’89% del parco immobiliare europeo e della popolazione.
Questa copertura capillare del patrimonio edilizio dell’UE è in gran parte possibile grazie ad una forte collaborazione tra i partner del progetto. Il lavoro di gruppo porterà a colmare le lacune di conoscenza su diversi fronti: ricerca di fonti di dati affidabili, tecniche di adattamento ai contesti nazionali e locali, e molto altro.
A causa della specificità di ogni Stato membro e della complessità dei dati, non esiste una fonte di dati generalizzata che raccogli tutte le conoscenze relative alla transizione verso gli nZEB e le conseguenze nel mercato. ZEBRA2020 diventerà pertanto l’archivio di tali informazioni.
Gli Obiettivi del Progetto ZEBRA2020: Verso gli Edifici a Energia Quasi Zero
Ecco le principali attività che si svolgeranno all’interno del progetto ZEBRA2020:
- monitorare la transizione del mercato verso gli edifici a energia quasi zero
- coinvolgere e assistere i decisori politici nello sviluppare una strategia verso gli nZEB
Queste attività hanno la potenzialità di migliorare in modo significativo il livello delle informazioni e raccogliere dati sulle attività inerenti gli nZEB in Europa.
Monitorare la transizione del mercato verso gli nZEB significherà seguire l’evoluzione di una serie di indicatori:
- la diffusione dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili
- la penetrazione dei diversi concetti di nZEB
- la qualità delle misure attuate
- la qualificazione degli operatori di mercato
- il ruolo della certificazione energetica degli edifici
- il valore immobiliare di edifici nuovi e ristrutturati.
Dal monitoraggio verranno estrapolate diverse raccomandazioni e strategie costruttive, raccolte e consultabili online.
Il coinvolgimento dei decisori politi e degli attori del mercato edilizio sarà fondamentale al fine di raggiungere un alto livello di consapevolezza sugli edifici a energia quasi zero.
I Dati già Raccolti su cui si Baserà il Progetto ZEBRA2020
Esistono già diversi databases che raccolgono dati di efficienza energetica, e non solo, del parco immobiliare europeo che andranno a formare la base di partenza per il progetto ZEBRA2020.
Eccone alcuni tra i più importanti che mi sento di segnalare (a questo link puoi trovare la lista completa):
- ENTRANZE data tool: uno strumento per la mappatura di edifici, molto facile da utilizzare. Fornisce dati sulla qualità termica degli edifici, dimensioni, età, tipologia, struttura, sistemi di riscaldamento e raffreddamento, consumo di energia finale.
- ENTRANZE cost tool: un foglio di calcolo che permette di valutare la fattibilità economica della ristrutturazione degli edifici esistenti attraverso curve costo/energia. Permette la comparazione di diverse soluzioni producendo output grafici e numerici.
- ODYSSEE (Enerdata): una banca dati sugli indicatori di efficienza energetica in Europa.
- Mure: un database che fornisce informazioni sulle politiche e misure di efficienza energetica che sono state effettuate nella UE. Le informazioni sono differenziate per abitazioni, terziario, industria, trasporti. Consente la simulazione dell’impatto di misure di efficientamento energetico a livello nazionale.
- Building’s Data Hub (BPIE): portale sul rendimento energetico degli edifici in Europa, pieno di open data accessibili e scaricabili liberamente.
Ti piace il progetto ZEBRA2020? Cosa pensi a riguardo?
Credo che nel nostro paese siamo ancora molto e dico MOLTO LONTANI dagli standard europei. La sensibilizzazione verso la natura del risparmio energetico la si percepisce appena
perché trattasi di interventi costosi e ad oggi il semplice cittadino che è quello che muove l’economia verte in uno stato di malessere economico dove le priorità sono ben altre… immagino che tale status sia deleterio per lo sviluppo e la crescita del paese e quindi di conseguenza del risparmio energetico. Per quanto concerne gli edifici ad impatto 0 la strada è ancora lunga ma lo sviluppo ovviamente non si ferma ed un giorno arriveremo anche a questo traguardo.
La vendita di edifici performanti, di per sé, andrebbe a mille!
Il problema delle vendite immobiliari è che la “casa” non è più un bene rifugio sul quale investire una vita di lavoro, ormai è diventata un fardello di spese fuori dal nostro controllo, spese sempre crescenti che potrebbero diventare insostenibili quando l’età ci porta fuori dalla vita attiva: un fardello di cui ci si deve liberare per sopravvivere.
Risultato di uno stato che da sessant’anni distribuisce soldi senza averli prodotti.
Cicaloni di tutto il mondo unitevi!
Saluti
Ci potrebbe essere un mercato di edifici ad energia quasi zero… solo se vengono resi disponibili finanziamenti a tasso quasi zero ai singoli investitori. Il problema è la disponibilità attuale e non il rientro dell investimento a lungo termine.
L’attestato di prestazione energetica è visto solo come un pezzo di carta obbligata dalla normativa ma se questo strumento non aiuta a buttarsi in qualcosa per ridurre i consumi e il dispendio di energia, tutto non serve a nulla!
Ciao Andrea,
colgo l’occasione per esprimerti preliminarmente i miei complimenti per la professionalità con cui assiduamente ti prodighi per divulgare informazione scientifica, spesso trattando anche argomenti non sempre agevoli.
Riguardo al tuo quesito, penso che alla base della difficoltà del mercato di edifici energeticamente più performanti nel nostro paese ci siano essenzialmente fattori culturali.
Questi, pur subendo diverse gradazioni, sfumature e declinazioni, anche da regione a regione, portano ad una sorta di apatia, che nei casi parossistici sfiora marginalmente il masochismo.
Il primo fattore culturale è di tipo squisitamente economico.
Gli italiani possessori di case, rispetto ai concittadini europei di altri stati, mediamente si presentano come pessimi amministratori. Non mi riferisco ovviamente a quelle situazioni in cui vi è un amministratore di condominio, a cui si affidano le speranze di risparmiare sui costi, bensì a chi amministra da sé le spese annuali del proprio immobile.
Il masochismo consiste nel fatto che mediamente c’è la registrazione di un rifiuto, o quanto meno di una inerzia, ad acquisire una consapevolezza volta a conoscere i consumi energetici del proprio organismo abitativo.
Un pò sulla falsariga di quanto avviene con il mercato delle automobili in cui il fattore di scelta vincente raramente è quello del consumo di carburante, oppure quello dei costi medi annui per le spese di manutenzione ordinaria.
E questo a dispetto del costo stesso del carburante, di cui ancora quasi il 50% degli automobilisti ignora che il 90% di quel costo è rappresentato da accise insensate e incomprensibili, come l’aliquota che continua a pagare i debiti della guerra che l’italia ha sostenuto nel 1935 in Abissinia.
Qualcosa di similare avviene con le case. Ma l’approfondimento di questo discorso ci porterebbe lontano.
Detto questo (naturalmente ci sarebbe ancora moltissimo da dire sull’argomento della alfabetizzazione economica), il secondo fattore culturale che mi preme citare è quello della salute.
La mancanza di una cultura della salute, e soprattutto della prevenzione dei fattori di rischio delle malattie, la dice lunga su cosa ci si può aspettare. E’ un pò come la cartina tornasole della sensibilità media dei cittadini, che a sua volta è l’anticamera delle possibili azioni che possono cambiare certe dinamiche di certi mercati.
In materia di inquinamento ambientale, inquinamento indoor, incremento esponenziale delle patologie neoplastiche o delle semplici allergie, gli eventi nazionali che sono stati documentati nell’ultimo decennio, forniscono già interessanti indicatori su quello che potrà essere il possibile trend evolutivo nel prossimo decennio.
In conclusione, caro Andrea, per stimolare un operamento in termini diversi e sperare di invertire la tendenza, bisogna continuare ne più ne meno con quello che fai attualmente tu: informare e sensibilizzare, istruire e rendere consapevoli!
Gli italiani sono fisiologicamente lenti e stranamente hanno una particolare predilezione a volersi assoggettare a cicli storici ventennali. Dunque cerchiamo di coltivare le basi per il prossimo ventennio.
Buon lavoro!
Buongiorno,
le tue informazioni sono sempre preziose ed utili. Secondo me quello che stanno facendo con ZEBRA2020 è una buona cosa; è molto importante far capire alle persone, futuri clienti, che non si parla di una cosa astratta ma di un mercato reale anche se concentrato solo in alcuni paesi europei.
C’è da dire però che secondo me non sarà questo il modo per avviare un mercato, si deve far capire al cliente che non sono soldi buttati via, ma che è un vero e proprio investimento per migliorare il comfort abitativo, per risparmiare e per inquinare meno. Ovvio però che se ci fossero degli incentivi per chi si spinge in questa direzione aiuterebbe a far avviare il tutto.
Buona giornata
Ciao Andrea, buongiorno!
Speriamo davvero che questo nuovo strumento possa dare più serietà e rigore a questo settore dove più della metà degli ACE e forse anche gli attuali APE sono taroccati!
Per non parlare delle offerte su Groupon, ci rimango davvero male quando vedo queste cose e la colpa è solamente del professionista di turno che si svende mettendo in ginocchio un intero settore, per non parlare della dubbia attendibilità del lavoro!
Nella mia Regione che è l’Emilia Romagna fortunatamente attualmente vengono sorteggiati in maniera regolare ACE e APE fatti fin’ora e quando vieni sorteggiato vogliono sapere tutto, dalla A alla Z. Poi però se ti beccano in castagna non so di preciso quali sono le conseguenze.
So solo che se vieni beccato più di una volta ti revocano la possibilità di fare gli attuali APE per un tot di tempo!
Ti auguro una buona giornata e buon lavoro, grazie per l’informazione che mi hai inviato, a presto! Ciao.
Buongiorno Andrea.
Io ti parlo sempre da un punto di vista legato alla realtà in cui opero ma comunque ho percepito questa tendenza: l’efficienza energetica ha un’importanza grande su chi ha pochi soldi e quindi vuole avere costi di gestione bassi. Le persone che possono spendere guardano piuttosto le finiture e la posizione. Le persone poco abbienti, più sensibili al discorso del risparmio, spesso non riescono ad accedere alle abitazioni energeticamente performanti per i prezzi che i costruttori attribuiscono a tali immobili, giustificandoli con i sovracosti che tali accorgimenti impongono.
Se in Italia non riusciamo ad avere un cambio radicale di rotta, sia economicamente che culturalmente, gli edifici ad energia quasi zero, soprattutto nel sud Italia, rimarranno più che altro argomenti interessanti per noi tecnici e combustibile per i corsi e i convegni tecnici. Sono stanco di sentirmi dire la fatidica frase: <>
Questi problemi la politica non se li pone.
Con questo moto di amarezza ti saluto cordialmente.
Ciao Andrea, credo che in Italia siamo molto lontani e considerando l’attuale situazione economica e culturale, anche nella progettazione di nuovi edifici legati alla consuetudine di costruzione, sara’ difficile raggiungere a breve certi standard.
Comunque bisogna insistere specialmente con gli sgravi fiscali che penso abbiano avuto un fantastico risultato sia per l’ambiante che per il lavoro.
Grazie come sempre e buon lavoro.
E’ interessante, ma come tutte le iniziative teoriche non troverà riscontro con la realtà, se non si considera l’obbligo di queste nazioni a dotarsi di un business plan energetico, in cui l’energia, che diventerà sempre di più il vero potere politico e amministrativo, sia agevolata per i settori di lavoro e produzione, e sia invece a caro costo per i settori del lusso.
Non vedo un serio interesse in merito, da parte delle fasce più deboli (sindacati e associazioni industriali e professionali gestiscono viaggi turistici!).
In questo clima lobbistico e terroristico,è decisamente un argomento culturale.
Ti saluto.
Caro Andrea, sono sicuro che nel futuro si darà sempre più importanza all’efficientamento energetico.
Ritengo, pertanto, che il risparmio energetico attraverso l’uso razionale e il relativo contenimento energetico sia davvero un settore su cui investire.
Io lo sto già facendo avendo creato una società che lavora anche su questo.
In realtà anche noi stiamo cambiando e soprattutto i giovani sono molto più attenti al risparmio energetico e presto forse riusciremo anche a parlare di energia quasi “0”.
Buonasera Andrea,
Purtroppo chi si interessa delle costruzioni oltre che combattere con i costi elevatissimi dei materiali necessari per fare un buon lavoro, deve affrontare anche la mancanza di credito da parte delle banche mancanza rivolta ad entrambi: costruttori ed acquirenti il che riduce il mercato quasi a zero!
Cordiali saluti
Ciao Andrea, direi che il mercato su questo tipo di edifici c’è. Il problema è che l’80% dei progettisti e di conseguenza i costruttori, valuta solo la coibentazione e i vari metodi di riscaldamento senza pensare alla traspirabilità della casa e quindi poca vivibilità interna, creando a suo discapito fastidiose muffe ecc.
Ciao buona giornata.
Buonasera Andrea, il mercato degli edifici sia passivi che tradizionali in Italia avranno parecchie difficoltà legate al momento storico dettati dalla politica e burocrazia Italiana che anche se incentivano con una mano, con l’altra tassano rendendo difficoltoso l’approccio a questo mercato. Qui in Friuli ora lavorano i TUTTOFARE TUTTOLOGI, disoccupati, gli stranieri e quant’altri non qualificati e sempre a bassi prezzi in NERO ovvero senza fatture, senza sicurezza, senza direzione lavori e/o certificazioni.
Questa politica invece di incentivare ha prodotto l’effetto opposto a discapito delle aziende preparate e certificate che possono eseguire case isolate a basso consumo energetico.
Sono certo che prima o poi nel cervello degli Italiani entrerà il concetto di risparmio energetico ma, se chi ci governa non cambia strada sarà assai difficile che ciò avvenga.
Ti ringrazio nel tenermi aggiornato e ti auguro un buon lavoro, un cordiale saluto.
Ciao Andrea,
ti rispondo in merito al progetto Europeo ZEBRA 2020, che non è altro un archivio atto a sviluppare delle strategie efficienti per accelerare il mercato degli edifici a energia quasi zero, con fonti di energia rinnovabili, preferendo l’energia prodotta in loco o nelle vicinanze, come impianti fotovoltaici o solare termico piuttosto che energia proveniente da impianti a biocombustibili.
Ma a causa delle specificità di ogni stato membro e della complessività dei dati, e al costo ancora elevato dei materiali impiegati, per ora a mio avviso, questo progetto rimarrà un archivio informatico.
Sono invece convinto che l’efficienza energetica se correttamente evidenziata e spiegata sia un valido plus commerciale. Ho l’esempio di una coop. (la casa ecologica san Isidoro) che ha un intervento di circa 40 alloggi ad Albisola, e che ha soci assegnatari per tutto l’intervento prima di iniziare i lavori. Una gran parte dei soci ha affermato che ha prenotato in quanto il progetto prevede una altissima efficienza energetica della casa.
Saluti