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Il serramento, inteso come parte trasparente dell’involucro edilizio, negli ultimi anni ha subito un’evoluzione incredibile a differenza delle tecniche di posa in opera dei serramenti, rimaste indietro di 20 anni. Basti pensare difatti agli anni ‘90, quando ancora il serramento in alluminio, magari a taglio freddo e con semplice vetro camera, era lo standard in molte costruzioni, anche in zone climatiche piuttosto fredde.
Oggi giorno, tuttavia, lo standard qualitativo in termini di isolamento termico e tenuta all’aria dei serramenti è sicuramente migliorato. Indipendentemente dal materiale scelto per il telaio, non è difficile infatti trovare sul mercato serramenti con trasmittanza termica Uw prossima, se non inferiore, a 1,5 W/m2K.
Va ricordato che la trasmittanza termica è funzione di tre valori:
- Uf, valore di trasmittanza termica del solo telaio
- Ug, valore di trasmittanza termica del vetro
- Ψ “psi”, ponte termico lineico che quantifica la dispersione causata dall’interazione termica tra vetro e telaio.
Il valore finale, la trasmittanza termica del serramento Uw, è dato dalla media ponderata dei tre valori. È facile intuire che il parametro che ha maggiore rilevanza, in virtù della maggior superficie è sicuramente il vetro. Paradossalmente quindi, un serramento con un telaio poco prestante, può raggiungere valori di trasmittanza termica Uw tutto sommato accettabili, grazie a vetri molto performanti, il più delle volte tripli, a discapito di altri parametri altrettanto importanti come il fattore solare “g” e la trasmissione luminosa “Tl”. Da un punto di vista termico inoltre, è preferibile che i componenti abbiano valori di trasmittanza termica quanto più vicini possibile.
Anche la tenuta all’aria è notevolmente migliorata, grazie a un numero sempre maggiore di guarnizioni e a migliori geometrie dei profili.
Il settore del serramento italiano sente molto l’influenza del Nord Europa, Germania in primis, che sicuramente lo trainano verso serramenti sempre più performanti che in un futuro nemmeno troppo remoto avranno telai di dimensioni più ridotte o poco influenti, perché letteralmente “affogati” nel coibente.
Le tecniche di posa in opera dei serramenti, sono di contro ciò che è rimasto fermo agli anni ‘90. Per capirlo non servono grandi studi o ricerche, ma basta guardare qualche nuova costruzione e rendersi conto di come il controtelaio o falso telaio o cassa morta, sia su tre lati, il più delle volte metallico e che questo sia lasciato posare dall’impresa, con zanche e rinzaffo di malta, spesso poggiato su davanzale passante in pietra.
Il cassonetto, allo stesso modo, è il classico prefabbricato con cielino a scorrere e anche questo posato con malta. Lungi dall’essere polemico contro determinate categorie, ma ritengo che il controtelaio debba diventare competenza del serramentista per motivi che verranno illustrati in seguito e non dell’impresa edile.
Il motivo per cui il controtelaio è rimasto quello di oltre vent’anni fa e non abbia subito l’influenza del “mercato tedesco” è più scontato di quanto sembri: nel nord Europa il controtelaio non esiste. I serramenti sono infatti posati direttamente sul grezzo e solo successivamente si procede con la coibentazione, rasatura e intonacatura delle pareti. Non trovo questa tecnica molto pulita, ma sicuramente dal punto di vista progettuale più semplice, poiché bisogna preoccuparsi di un solo giunto e non di due, come nel nostro caso.
Guardando poi quello che accade nei nostri cantieri, avrei qualche difficoltà a immaginare quello che potrebbe succedere a un serramento se posato sul grezzo, ancor prima degli intonaci.
La posa in opera del serramento avviene, nella maggior parte dei casi, in modo tradizionale. Per “modo” tradizionale intendo viti e silicone e al più, schiuma poliuretanica.
Paradossalmente quindi, chiediamo nei capitolati serramenti a triplice guarnizione, ma poi non ne inseriamo nemmeno una tra serramento e muratura. Non solo, ma lasciamo che un serramento con Uw inferiore a 1,5 W/m2K sia posato su un falso metallico e magari su davanzale passante. Il valore di trasmittanza termica Uw del serramento posato, simbolicamente indicato con Uwi, dove i sta per “installed”, sarà sicuramente superiore a quello richiesto dal capitolato. C’è un gap incredibile tra prestazione del solo serramento, certificata in laboratorio e prestazione attesa in opera.
Quasi mai si verificano le temperature superficiali del nodo serramento/parete, né tanto meno si richiedono prove in opera di tenuta all’aria. Il più delle volte è il committente stesso a notare l’insorgere di muffe lungo il perimetro del serramento, il così detto “baffo” nero e lamentare scarso comfort termo-acustico.
La presenza di ponti termici non risolti, soprattutto in zone climatiche fredde, accoppiata alla tenuta quasi “stagna” dei serramenti di ultima generazione non dà scampo e fenomeni di condensa superficiale e/o interstiziale e muffa, soprattutto nel periodo invernale, saranno all’ordine del giorno.
L’unico modo per prevenire una cattiva posa in opera del serramento è ovviamente la progettazione. Senza un’attenta progettazione e una corretta messa in opera si farà come si è sempre fatto, con i problemi che ormai tutti conosciamo.
La progettazione del “sistema finestra” inizia con la scelta del controtelaio, del serramento e finisce con la corretta messa in opera di entrambi.
Nei prossimi articoli affronteremo la progettazione del “sistema finestra”.
A cura di Guido Alberti
Photo credit: Mike Gifford
L’argomento è molto interessante.
Ho risolto facendo installare i monoblocchi isolanti (ho usato Roverplastik ma ce ne sono altri).
In questo modo i problemi di ponti termici, spifferi, soglie ecc, sono tutti risolti.
Il punto di collegamento tra monoblocco e parete l’ho sigillato con i nastri (degli stessi produttori delle membrane per il tetto).
Ciao Andrea,
hai perfettamente ragione sulla questione della posa in opera dei serramenti, io lavoro per un laboratorio che fa proprio prove di quel tipo, cioè permeabilità all’ aria, tenuta all’ acqua e al vento e i calcoli termici dei telai sia di calcolo che sperimentali e spesso quando veniamo chiamati per fare dei collaudi nei cantieri non vengono rispettati i valori certificati in laboratorio proprio perchè la messa in opera dell’ elemento non è corretta.
Queste cose non vengono recepite dalle nostre parti mentre in paesi tipo la Germania ormai sono già troppo avanti e credo poco recuperabili. Siamo destinati a fare il fanalino di coda e credo per molto tempo se qualcosa non cambia.
Grazie per l’interessante articolo, attenderò la seconda parte.
Un saluto e una buona giornata.
Ottimo articolo. Davanzale, cassonetto, controtelaio. Elementi influenti quasi sempre non considerati propriamente.