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Come vendere casa spostando l’attenzione dell’acquirente anche sull’efficienza energetica? Come fare a non trascurare o sottovalutare gli investimenti che sono stati effettuati sulla casa per migliorarne le prestazioni energetiche?
Spesso, quando si vuole vendere una casa esistente su cui sono stati effettuati miglioramenti, ad esempio attraverso una riqualificazione energetica, le caratteristiche prestazionali della stessa, come sicurezza, comfort, efficienza energetica, durata e impatto ambientale, sono letteralmente invisibili.
La chiave per rendere visibile l’efficienza energetica a tutte le persone coinvolte nella vendita di una casa, tra cui periti, agenti immobiliari, acquirenti e venditori, è una documentazione standardizzata e una comunicazione coerente che faccia da mediatore tra l’efficienza energetica degli edifici e il mercato immobiliare.
Un report del CNT Energy and National Home Performance Council mostra come una corretta documentazione, la verifica e la standardizzazione dei miglioramenti dovuti all’efficientamento energetico possono aggiungere valore a una casa. Tale valore può quindi essere recuperato dai proprietari nella fase di vendita.
Il documento delinea sette passi che il settore dell’efficienza energetica dovrebbe adottare per sbloccare il valore dell’efficienza energetica nel mercato immobiliare:
- documentazione coerente sui miglioramenti apportati ad una casa mediante l’efficientamento energetico
- garantire che tali dati siano incorporati nel processo di valutazione
- lavorare con la comunità immobiliare per far emergere i miglioramenti energetici negli annunci di vendita
- trarre vantaggio dalle opportunità di istruzione e formazione esistenti
- documentare sui crescenti esempi di case ad alta efficienza energetica
- sviluppare soluzioni IT standardizzate
- stringere rapporti di collaborazione lavorativa con le istituzioni finanziarie
Il risultato di questo metodo è che l’efficienza energetica di una casa viene valorizzata, diventa visibile e può essere valutata con precisione in fase di vendita. Questo pone le basi per un circolo virtuoso in cui le persone sono incentivate ad investire in miglioramenti dell’efficienza energetica della propria casa, anche perché sanno che possono recuperare quasi o tutti i loro investimenti con la sua potenziale vendita.
Il report completo in PDF è disponibile a questo link (in lingua inglese, ma di facile comprensione):
Sbloccare il valore dell’efficienza energetica di una casa
Una strategia per rendere visibile l’efficienza energetica di una casa nel mercato immobiliare
Photo credit: Trulia
Buongiorno a tutti, ho letto l’articolo, è interessante, valutare e quantificare un valore anche in base all’efficienza energetica dovrebbe essere una prassi.
Purtroppo abito in una Regione, Veneto, dove dal 2007 attendiamo una normativa sull’efficienza energetica che non arriva, è vero esiste quella nazionale, ma è un colabrodo, si possono trovare ad esempio edifici in classe “B” con indice di 48 Kwh/m2a e anche con indice di 82 Kwh/m2a e valutare economicamente differenze del genere è pressapoco impossibile.
Mi piacerebbe avere dei riferimenti fissi, la classe “B” varia da 30 a 50 Kwh/m2a, valore uguale per tutti e non variabile ad una distanza di cento metri come oggi accade. Forse pretendo troppo ma solo così potremmo standardizzare il tutto, programmi compresi.
Nel nostro paese, il mercato immobiliare già dà una valorizzazione economica degli edifici in classe energetica A e un deprezzamento per gli edifici in classe energetica G.
E’ opportuno definire una graduale valorizzazione coerente delle classi intermedie in relazione agli investimenti eseguiti sull’edificio.
Ciao Andrea,
Pensi davvero che la gente prima dell’acquisto di una casa pensi al parametro efficienza energetica? Io farei un sondaggio!
Allo stesso modo capirei se davvero effettuando un sopralluogo l’agente immobiliare fornisca chiarimenti adeguati all’acquirente!
Resta il fatto che bisogna far capire di cosa si tratta. Ci vuole più sorveglianza soprattutto nelle relative agenzie immobiliari!
Buongiorno Andrea, la mia riflessione sull’argomento è sintetizzata in due anomalie solo italiane:
– primo la burocrazia che si concentra nelle richieste di autorizzazioni comunali, provinciali e regionali (pratiche edilize), con i relativi costi, oggi bisogna intervenire sul costruito e dimenticare assolutamente il nuovo, consumo del suolo 0;
– secondo i costi di progettazione non riconosciuti, le case sono costruite e qualche volta anche “progettate” dal costruttore che ha la massima fiducia da parte del Committente.
Un’altra riflessione è la eccessiva proliferazione delle leggi, sempre in fermento, che riguarda la parte teorica (ACE che diventa APE, ecc., ecc. ecc.) lontana dalla realtà del cantiere. Attenzione questa non è una giustificazione ma è una realtà spesso difficile da metabolizzare anche economicamente da parte degli addetti ai lavori. Ciao.
Ciao Andrea, come sempre argomenti interessanti, ti dico la mia a riguardo.
Vendere e comprare casa è argomento molto vasto: destinazione d’uso, traget, quindi budget a disposizione (1a casa, 2a, etc.). Quindi non sempre può incidere positivamente la qualità, ma una cosa è certa, i vantaggi di una casa energeticamente positiva, vanno quantificati in denaro.
Quando si compra casa, si devono fare i conti attentamente, quindi sapere che i costi di gestione sono inferiori, possono permettere di attivare un mutuo di importo superiore. Certamente proporre in modo chiaro i vantaggi di una casa di ultima generazione, studiata per il massimo del comfort e con pochissime spese di gestione, questi credo siano gli argomenti.
Secondo me la consapevolezza anche solo di cosa sia un certificato energetico -a cosa serve, perché è obbligatorio- è molto bassa. Mi capita spessissimo di doverne spiegare il significato (agli utenti di case di edilizia “economica”, non del tutto rappresentativi forse, ma mi capita in questo periodo di avere a che fare con loro).
Solo tra i più istruiti c’è una maggiore consapevolezza, che tuttavia non va ad incidere in modo decisivo sulla scelta di acquisto.
Grazie delle interessanti proposte. Buon lavoro.
Ciao Andrea,
quello che noto in Italia è che sia l’informazione sia le agenzie immobiliari, i costruttori e in generali quelli che propongono l’acquisto vedono la certificazione energetica come una penalizzazione e un ulteriore balzello da detrarre dalle commissioni. Mentre in Francia è ormai usuale vedere sulle vetrine delle agenzie l’etichetta energetica con la classificazione e la promozione delle case prestazionali, qui da noi o manca completamente o viene indicata in piccolo la G del certificato in economia.
Servirebbe un cambiamento sostanziale della comunicazione soprattutto nei media mainstream che invece stanno sempre più inviando il messaggio che l’energia rinnovabile e l’efficienza energetica sono un costo inutile.
Saluti
Ciao Andrea,
nella mia piccola esperienza ho notato che le persone ci guardano sempre di più, anche se spesso non hanno le idee ben chiare su cosa sia quel parametro che indica l’efficienza dell’immobile, spesso per via del fatto che chiedono informazioni alle agenzie immobiliari, le quali non sono sempre pronte sull’argomento.
Per quanto riguarda sempre la mia esperienza, mi è capitato, per amici in cerca di casa, di dover calcolare quanto, in linea teorica, spenderebbero di gas nei vari appartamenti visionati in base alla classe energetica di appartenenza degli stessi; questo dimostra chiaramente, a mio avviso, quanto per l’utente finale è sempre il risparmio di danaro il miglior termine di paragone, piuttosto che dati dal significato prettamente tecnico.
Buon giorno Andrea.
Purtroppo penso che, ancora oggi, i parametri che più influenzano il valore commerciale di un’abitazione siano la posizione e il livello delle finiture. L’efficienza energetica mi da l’impressione che entri in gioco solamente nel momento in cui si debba scegliere tra due strutture equivalenti nei due suddetti parametri.
Se si tratta di acquirenti poco abbienti, allora l’unica discriminante è il prezzo. Io ovviamente ti parlo della situazione in Sardegna dove è davvero grigia e il clima abbastanza mite: in questo modo se uno vuole risparmiare davvero spende poco sulla casa e non usa gli impianti ma due maglioni. Triste ma vero.
Saluti
Ciao Andrea,
in Versilia (Toscana) la realtà è ancora diversa. Se si tratta di mega ville al forte dei marmi non viene guardato tanto all’efficienza energetica in quanto nel posto si paga da 20.000 € al mq a salire, ma solo in funzione dei mq di parco adiacente, vicinanza al mare o tipologia degli arredi e pavimenti in marmo. Attualmente il mercato lo fanno i russi.
Scendendo da Pietrasanta a Viareggio, conta sempre la vicinanza al mare in quanto la maggior parte delle case (seconde case) sono state costruite tra il 1970 e il 1985 con altri criteri rispetto ad oggi. Se invece le case hanno subito ristrutturazioni recenti puo’ anche valere l’efficienza energetica raggiunta, difficilmente classe D, piu’ probabile classe E o F, partendo da G.
Negli ultimi mesi comunque le persone, anche nell’entroterra verso collina, stanno più attente al risparmio energetico e differentemente dalle zone a mare, molte case sono dotate di pannelli solari o fotovoltaici. Segno che la mentalità sta piano piano cambiando.
Bisogna pubblicizzare meglio in caso di vendita gli inteventi eseguiti dal punto di vista energetico. Proprio come nella vendita di auto.
Chi si può permettersi oggi un Hummer o grossi fuori strada con consumi enormi di benzina e difficoltà nel muoversi in città sono solo pochi. Per lo più sono macchine media cilindrata, comode, con pochi sprechi. Anche le case dovrebbero essere così, e anche l’impiantistica che gestisce il miglio comfort energetico (es pannelli solari e pavimenti radianti) dovrebbe occupare sempre meno spazio o essere locata in zone strategiche degli appartamenti. Non sempre si trovano volumi tecnici per accogliere tutta l’impiantistica.
Buongiorno Andrea, prima di tutto grazie per il tuo splendido e costante lavoro.
In merito al parametro efficienza energetica ti dico che attualmente, in Umbria dove opero professionalmente, potrei stimarti una percentuale attorno al 15-20% di acquirenti che hanno un occhio sensibile alla classe energetica.
Io solitamente faccio attestati di certificazione (prestazione) energetica su immobili già venduti (gli serve solo per presentarsi dal notaio), quindi, per la mia esperienza, la variabile energetica non incide sul mercato.
Affinchè tale parametro possa diventare significativo dovrebbe essere tradotto in euro risparmiati nel consumo energetico.
Buongiorno Andrea, secondo la mia esperienza, per ora e dalle mie parti, la gente se ne strafotte dell’aspetto energetico.
L’APE è considerato l’ennesimo balzello burocratico a cui adempiere per il venditore o il locatore, mentre acquirente e conduttore di un’immobile, neanche lo guardano.
Con riferimento ai 7 punti richiamati dal tuo articolo, credo che si debba puntare sopratutto sui punti 1,2,3 e 7; con particolare attenzione al punto 7 che, se si indende per istituzioni finanziarie chi fa la valutazione per un mutuo, sono coloro che dettano legge sul valore (sebbene a volte anche estremamente cautelativo!) dell’immobile!
Nel ringrazirti per i tuoi spunti,
Saluti M.
Ti rispondo in modo secco: no, ovvero sì ma solo a parità di prezzo.
Ho degli amici che hanno comperato una casa, classe D e sono contenti della classe energetica, sono convinti anche che sia una ottima classe. Non metto in dubbio che per una casa che ha alle spalle una quindicina d’anni sia un ottimo consumo energetico, evidentemente il vecchio proprietario è stato ben attento a questo aspetto a quel tempo.
Ma oggi secondo me non ci dovremmo proprio accontentare. Vivo nel vicentino e se facciamo un bilancio di CO2 emessa tra produzione degli isolanti e consumi per la climatizzazione troviamo che l’ottimo si aggira tranquillamente sui 25-30 cm di isolante.
E poi un altro aspetto è importante, quello dei costi: una volta costruito il ponteggio e considerando che posare un pannello da 10 cm di spessore o da 20 cm richiede praticamente lo stesso tempo, ti ritrovi con un esborso maggiore soltanto per quel che riguarda il materiale, quindi minimo, pochi euro a metro quadro.
Ti faccio un altro esempio: ho progettato una casa per due miei amici che si sposeranno a breve. Ho consigliato i tripli vetri, se fai un bilancio con energy plus trovi che, alle mie latitudini, è sempre meglio perseguire la minima trasmittanza, perchè il guadagno solare che si avrebbe di giorno in inverno con un vetro singolo rispetto ad un vetrocamera o con un vetrocamera rispetto ad un doppio vetrocamera sarebbe perso con gli interessi durante la notte.
E’ verissimo che il grosso vantaggio si ha tra un vetro singolo ad un doppio (parlo di T superficiale interna), ma è anche vero che un serramento in legno con vetrocamera con cassonetto costa sui 1000 euro circa dalle mie parti, lo stesso serramento con doppio vetrocamera costa un centinaio di euro in più. In una casa la differenza, con una decina di finestre, è sui 1000 euro. Morale della favola non c’è stato nulla da fare, preferiscono tenersi i 1000 euro in tasca.
Altro caso analogo al precedente: meglio una sopraelevazione di un garage o una casa nuova di zecca dalle fondamenta, ma con oneri di urbanizzazione da pagare di circa 10mila euro? Anche qui, non c’è stato nulla da fare, la tipa ha voluto fare di testa sua e ha chiesto la sopraelevazione. Ideale avere dei predalles che coprono un’autorimessa non climatizzata in inverno, sai che ponti termici ti ritrovi? Certo, possiamo mettere uno strato di isolante sotto il solaio ed anche utilizzare il riscaldamento a pavimento in modo da riscaldare i nodi freddi che si vengono a creare lungo il perimetro, ma non è la stessa cosa di fare una casa nuova con tanto di isolante gettato anche sotto la platea.
Avrei anche altri esempi da citarti, ma finchè ti ritrovi con gente che non cambia i serramenti (col 65% di ritorno anche fino a fine anno!!!) perchè quelli vecchi avevano gli spifferi che garantivano il ricambio di aria non si va molto lontano. Non nego che lo spiffero sia utile nelle vecchie case, ma aprire la finestra 5 minuti di giorno con T più alte in inverno è meglio che avere la corrente incontrollata quando fuori è -5°C.
Insomma, come sempre penso che siamo italiani e finchè non ci sarà una legge ad obbligarci ad avere edifici prestanti non ci saranno santi.
Buongiorno e grazie, interessante.
Il mercato è molto variegato, in questo momento. Qui al Nord la mancata efficienza energetica è spunto per abbassare ulteriormente il prezzo in fase di acquisto, più che l’efficienza un criterio di scelta.
Che sia un effetto della crisi? Ciò lascerebbe sperare che, passata la stessa, si passi da un approccio “riduttivo” ad uno “virtuoso”.
Saluti.
Ciao Andrea, certo, io la guardo ed oggi le persone sono più attente quando acquistano o affittano una casa riguardo la classe energetica, c’è più comunicazione ed informazione riguardo questo problema, (alcuni non capisco assolutamente nulla a riguardo i valori Epi/a) però, c’è un fattore che non conoscono, ossia, alcuni proprietari (quasi tutti) classificano l’abitazione in Classe F, il valore cresce e l’acquirente può chiedere il mutuo o il finanziamento regionale a fondo perduto.
Purtroppo non ci sono regole nel settore delle certificazioni. Volevo farti conoscere anche questo aspetto. Per me sarebbe necessario riclassificare tutte le abitazioni anche quelle attualmente in affitto al fine di non penalizzare le famiglie che attualmente vivono in edifici energivori e pagano gli affitti elevati in case non salubri non avendo la possibilità di cambiare o acquistare casa.
Ci vorrebbe una proposta di legge che ponga dei limiti riguardo i consumi energetici e penalizzi i proprietari che non adeguano questi immobili.
Ciao Mauro
Gentile Andrea, grazie, argomento attuale e molto interessante.
Ho fatto in passato qualche tentativo e corsi di formazione per associazioni immobiliari, ma la cultura esistente priva di criteri di qualità come questi è molto radicata e difficile da modificare. Se avessi qualche buona idea potremmo ragionarci.
Cordialmente
Olivia
L’argomento che oggi hai toccato è estremamente importante perchè, no so se sia un fatto territoriale, tutti gli interessati lo trattano solo come se gli interventi volti al risparmio energetico costituiscano solo delle motivazioni per far crescere i costi di costruzione e conseguentemente di vendita/acquisto.
E’ chiaro, ci sono molte pressioni perchè non si vadano a vedere i buchi del secchio.
Negli anni passati si è costruito a dismisura senza un vera e propria richiesta dal mercato e siccome molto rimaneva invenduto per parecchio tempo, per stare nell’investimento venivano ridotti costi di costruzione. Dove? Ovviamente dove non si vede. Dalle nostre parti si usa dire “con stucco e pittura fa bella figura”.
La qualità acustica ed energetica ne hanno fatto le spese.
Per l’acustica (più palpabile se qualcosa non va) è stato sufficiente introdurre una legge che ha eleminato il contenzionso.
Per quanto riguarda il risparmio energetico l’utente, generalmente, ha come strumento di misura il consumo di combustibile.
Ma alla richiesta di spiegazioni vengono facilmente e prontamente addotte giustificazioni del tipo “forse usate troppa acqua calda” oppure “forse quando date aria ai locali tenete aperte le finestre per troppo tempo” (sentite con le mie orecchie) per cui l’utente non può intravvedere altra soluzione che le vie legali. Consapevole che equivarrebbe ad aprire una finestra con dispersioni maggiori di quelle dell’appartemento (tempo e denaro), quasi sempre la richiude subito pur di non cadere dalla padella nella brace (consapevole di subire un soppruso).
Nell’illustrare l’appartamento al compratore, il venditore incentra più l’attenzione sulle maniglie delle porte che sulla qualità energetica. Il compratore, viceversa e specie in questo momento di crisi economica, è più propenso a farsi attrarre dal prezzo.
Quanti conoscono il significato della classe energetica?
Come per gli elettrodomestici sanno che tra una classe e l’altra vi è una differenza di consumo (oltre che di costo), ma, mi è capitato anche con amici
non sanno se consuma meno una A o una B.
Tuttavia il venditore di elettrodomestici è propenso a far comprendere al cliente le differenze, anche perchè l’apparecchio più performante ha un costo maggiore e quindi anche un maggiore guadagno.
L’efficienza energetica è un problema di sensibilità è conoscenza.
Non capisco perchè i “bravi” costruttori edili non si coalizzano per valorizzare il loro prodotto. A mio avviso sono loro i principali attori che possono svolgere e supportare anche economicamente un campagna di sensibilizzazione della popolazione.
Certamente troverebbero l’appoggio anche di noi Professionisti dove, attualmente, veniamo considerati coloro che si fanno pagare il pezzo di carta che si chiama ACE o APE (quasi fosse una nostra imposizione e speculazione).
Viceversa l’acquirente dovrebbe comprendere che il professionista, progettista e/o certificatore, produce dei documenti che se adeguatamente conosciuti ed utilizzati già in fase costruttiva sono senza ombra di dubbio la loro tutela.
Ciao!
Credo che sarebbe il caso di imporre una tassazione inversamente proporzionale all’efficienza energetica, tenedo presente la natura dell’edificio e la sua età.
Se uno abita in palazzo gentilizio del ‘400 chiaramente non dovrà essere penalizzato come uno che sta in una casa monofamiliare del 2013 che energeticamente va male.
Sarebbe un bello stimolo a riqualificare il patrimonio edilizio nazionale.
Buona Giornata!
Ciao, direi che incominciano.
L’esperienza degli ultimi mesi in un cantiere dove stio lavorando e dove per metà è già abitato mi dice di si. Probabilmente si è sparsa la voce dei ridotti consumi e di conseguenza ridotte spese, intendo caldo – freddo – acs.
Cordialmente
Ciao Andrea.
L’attestazione sull’efficienza energetica in fase di acquisto o vendita di una casa non ha a mio avviso, ed attualmente, quella attenzione che merita, soprattutto per la maggior parte delle giovani coppie, in quanto lavorando entrambi, sono a casa pressoché poco e se l’ambiente non ha quel benessere come le nuove abitazioni, per loro non ha un’importanza rilevante, tanto e vero che la maggior parte degli alloggi che i giovani acquistano non sono nuova costruzione ma di una certa vetustà, in quanto costano meno e se necessitano di alcuni lavori il problema non se lo pongono al momento ma successivamente (intanto facciamo questo passo poi si vedrà).
Sono invece la maggior parte degli anziani che hanno un’attenzione particolare per quelle residenze (appartamenti), di nuova generazione con più comfort e meno spese di gestione, e vendere la loro casetta attempata, priva di ogni benessere abitativo ed oltremodo tassata, sapendo che tenerla e renderla più efficiente sul piano energetico, le verrebbe a costare una follia.
Per concludere l’acquisto di una casa, come ti ho sopra specificato, per me, non ha la stessa attenzione tra la giovane generazione e quella più matura, mentre per l’acquisto di un elettrodomestico o un’auto, essendo beni di costi inferiori, c’è più attenzione in entrambe le generazioni.
Il tema è interessante ma molto vasto, per cui l’approfondimento necessiterebbe di molto tempo, io ti ho esposto quello che avviene attualmente, per la maggior parte dei casi, nella mia regione.
Buongiorno Andrea.
Ho un amico che costruisce case in legno e come costruttore cerca, anzi spinge nell’efficienza energetica, ma solo persone dotate di buona informazione sul concetto di comfort e buone regole di costruzione apprezzano tali consigli.
Buona parte, causata anche dal periodo poco stimolante per le abitazioni, mette sulla bilancia il peso delle bollette e il costo della casa con il risultato che la classe “B” resta la categoria di abitazioni più richiesta per il concetto che spendo meno nel comprarla e le spese di gestione sono comunque poco più alte rispetto a una classe “A”.
Tale statistica si potrebbe rilevarla anche attraverso gli istituti che propongono case passive: poca richiesta nonostante il costo di una casa passiva non sia molto più alto di una classe A oppure da chi produce serramenti che potrebbe dirti quelli più venduti sono il doppio vetro senza gas basso emissivo (quando invece un serramento a triplo vetro con gas potrebbe farti risparmiare e quindi ripagare il gap di acquisto).
Per fare una politica seria servirebbero varie fasce di riduzioni fiscali in base alla classe energetica ottenuta (più alta sarà la classe energetica e più “incentivo” ottieni) perchè con quelle attuali la maggior parte delle abitazioni resta comunque in muratura e cls con isolanti sintetici (pur avendo una buona classe energetica, classe B, costano meno di quelle fatte con materiali “rinnovabili” e conta solo il rapporto costo/classe energetica). In questo modo si otterrebbe uno slancio da parte dei progettisti e costruttori a inserire soluzioni tecniche sempre più avanzate (che non devono essere per forza in legno, non sono di parte, ma anche in muratura ad esempio con isolanti naturali e intonaci naturali che contribuiscono a migliorare le prestazioni).
Riprendo i tuoi appunti sull’installazione del serramento: se è importante un buon serramento e tanto importante la posa corretta altrimenti potrei vanificare la buona resa del serramento stesso quindi parlare di quanto conta l’efficienza energetica su un elettrodomestico (prodotto finito e testato) dà delle certezze, mentre su un’abitazione quanti dettagli vengono “saltati” o trascurati? Il mercato è abbastanza orientato: classe energetica sì, ma a prezzi contenuti e tutto ciò favorisce sempre soluzioni appena sufficienti. Inoltre fattori come posizione geografica, vicinanza ai servizi, disposizione dei piani ed estetica porta a dare meno attenzione al risparmio energetico.
Se l’obiettivo è quello di ridurre le emissioni inquinanti con il risparmio energetico, allora dovrebbe essere un sistema che valuta anche le emissioni per produrre un prodotto da costruzione, che sia diversificato in base alla classe energetica ottenuta (maggiori benefici in base al minor dispendio) e magari anche all’uso di risorse locali che con minor trasporto contribuiscono a inquinare meno. Questo è il mio concetto di risparmio energetico.
Ovviamente è un discorso articolato che andrebbe discusso a lungo e valutato da parte di varie figure (acquirenti, costruttori, tecnici e progettisti).
Questo è il mio punto di vista e sono aperto alla discussione.
Intanto grazie e buona giornata.
Assolutamente l’efficienza energetica non viene considerata e ci vorranno altri 20 anni affinchè ciò avvenga.
I parametri presi in esame quando si compra casa sono: metratura, posizione, stato manutentivo e costo in €. PUNTO.
Nessuno e ripeto nessuno (ho presto 60 anni) mi ha mai chiesto ” …quanto consuma” e difficilmente ciò avverrà in un breve futuro. Infatti io stesso sono convinto che se neppure di questi tempi di crisi il parametro “consumo ed ecosostenibilità di un edificio” facciano presa sul pubblico pagante, quando e se mai usciremo da questo stato di cose, ancor meno se ne valuterà l’importanza.
Altri problemi ci affliggono, altre emergenze ben più pressanti ci assillano che guardare se la casa che sto acquistando (a prezzo del mio sangue e del mio lavoro) consuma un pò di più o un pò di meno.
E’ un ragionamento che lascia il tempo che trova, prima devo trovare la casa che fa al caso mio ed alle mie finanze, poi tutto il resto ed in ultimo, se sarà efficiente energeticamente, ben venga, altrimenti pazienza, intanto devo scucire dei soldi per l’APE che è solo un balzello in più, una tassa in più, una rottura di zebedei in più oltre a spese notarili, tassa ipotecaria, tassa di registro, iva, G.d.F che mi spappola su dove ho preso i soldi per comprarla, agenzia delle entrate e compagnia cantando.
Questo il “sentor” delle persone da me interpellate, alle quali ho fatto l’APE.
Ciao e spero che il mio commento possa esserti utile.
Ciao Andrea.
Credo che soltanto un 30-40% dei neo acquirenti oggi abbia ben presente il senso dell’efficienza energetica, ed ancor meno quelli disposti ad investire nell’acquisto puntando su immobili ad alta efficienza energetica.
Le cause possono essere:
– costi iniziali maggiori, non sapendo che in alcuni casi è possibile usufruire degli sgravi fiscali
– difficoltà a comprendere (o diffidenza) i reali vantaggi in termini di comfort e di risparmio economico
– diffidenza nei confronti di progettista e costruttore
– mancanza di fiducia nei confronti del certificatore (talvolta a ragion veduta) se non comprovata da enti indipendenti quali CasaKlima
Al tema della variabile efficienza energetica in fase di acquisto o vendita di una casa desidero darti il mio pensiero.
Io sono un perito industriale, libero professionista, che gestisce anche un’impresa edile in una realtà economica estremamente disagiata come Messina e Provincia.
Sono sempre stato sensibile alle tematiche del risanamento energetico e del costruire sostenibile. Ho una formazione impiantistica e mi sono specializzato nell’isolamento acustico. Recentemente ho approfondito le tecniche e le norme per la valutazione della prestazione energetica degli edifici attraverso i corsi SACERT. Oggi sono, tra l’altro, un tecnico certificatore iscritto nell’elenco della Regione Sicilia.
Nel mercato immobiliare di riferimento, negli ultimi tre anni, é in atto uno sconvolgimento che ha messo in difficoltà economica tutti gli operatori direttamente e indirettamente collegati al settore. Questo ha acuito, malgrado gli sforzi legislativi in materia di evasione fiscale, il ricorso al lavoro nero o grigio.
In questo sistema, dove ogni richiesta tecnica (mi riferisco in particolare alla redazione di ACE o adesso APE) viene percepita eclusivamente come un’impedimento burocratico, avvalorato anche dalla disorganizzazione della stessa Regione Sicilia preposta alla gestione dei dati inviati dai certificatori e al loro controllo, si produce l’effetto che le valutazioni delle prestazioni energetiche degli edifici, quando vengono effettuate, perchè spesso vedo lo stesso indice di prestazione globale EPgl riportato in ciclostile neivari cartelli di vendita delle agenzie immobiliari, vengono redatti con poca accuratezza e con costi irrisori. Pertanto l’attuale affidabilità di tali attestati non consente di effettare una valutazione economica seria perchè basata su uno studio degli attestati sostanzialmente inattendibile.
I controlli seri sulla documentazione prodotta dai certificatori potrebbe far crescere l’affidabilità delle attestazioni APE e una campagna di sensibilizzazione istituzionale che facesse comprendere la complessità e l’importanza economica, sociale ed ambientale di una valutazione energetica eseguita con scrupolo, porterebbero certamente a non considerare il prezzo di tali valutazioni come un costo, ma come un’investimento che aumenta il valore del proprio immobile.
Felice di leggerti, ti saluto cordialmente.
Ciao Andrea.
Secondo me, le persone oggi, in fase di acquisto di una casa, non hanno la stessa attenzione all’efficienza energetica che riservano per un elettrodomestico o un’auto.
Spesso si tiene in considerazione il prezzo d’aquisto, il luogo dovè situata, il numero di m² oltre a quella del numero di vani.
Per valorizzare l’efficienza energetica e sensibilizzare gli acquirenti nella fase di vendita, i venditori devono conservare le fatture dei lavori eseguiti, i vari certificati di conformità oltre a la garanzia del costruttore.
Ciao Andrea, buongiorno e grazie delle tante mail che mi ivii con ottimi argomenti e contenuti.
Per quanto riguarda l’efficienza energetica degli edifici, le persone che acquistano non danno la stessa importanza all’efficienza energetica dell’edificio come a quello di un elettrodomestico, per il semplice motivo che bisognerebbe dare più importanza al certificato di prestazione energetica dell’edificio magari con qualche detrazione fiscale in più per edifici in classe superiore, così da responsabilizzare di più anche i tecnici nella redazione dello stesso e farsi pagare il giusto compenso, così da evitare un copia e incolla di un documento che non interessa a nessuno ma solo al notaio che il documento ci sia per la stipula dell’atto.
Ciao a presto
Ciao Andrea,
risiedo nella cintura di Bergamo, come sai la città, la provincia e la regione da anni promuovono la cultura dell’efficienza energetica, a volte con imposizioni legislative attuative senza mezzi termini, quanto meno per l’adeguamento impianti. Gli imprenditori edili si stanno occupando dell’efficientamento del nuovo per allinearlo al mercato. I giovani cercano solo case in classe A, o ristrutturano per efficientare godendo dei bonus fiscali.
Qui la spesa per il riscaldamento è una voce talmente sensibile nel bilancio familiare che persino il mercato dei fitti viene coinvolto.
Nel mio comune persino le coperture dei loculi al cimitero sono coperti da pannelli FV.
Per rispondere alla tua domanada: ECCOME
Ciao e grazie per tutto quello che fai.
Per quanto all’argomento ti posso dire che gli elementi in ballo per l’acquisto di casa il parametro efficenza energetica è come gli optional nell’acquisto della vettura.
Occorre fare ancora molto per sensibilizzare gli attori della compravendita, in particolare i mediatori.
Per i compratori bisogna insistere sul risparmio energetico sia per i costi che per l’impatto ambientale.
Parlando con amici che lavorano presso varie agenzie immobiliari, ho potuto sapere che gli acquirenti mostrano poca attenzione a questo valore, a mio avviso molto importante.
Io credo che bisognerebbe sensibilizzare di più le persone, attraverso l’informazione.
Penso che se le imprese edili invece di costruire le case con cemento, mattoni e cappotto esterno, le costruissero in legno si possano raggiungere ottimi valori di efficienza energetica.
Cosa pensi al riguardo?
Ciao Domenico sono d’accordo che occorre sensibilizzare di più.
Sul fatto che costruire in legno si raggiungono valori di efficienza energetica superiori al costruire in laterizio non sono proprio d’accordo.
Credo invece che l’efficienza energetica di un edificio sia un obiettivo che si possa raggiungere con qualsiasi materiale se lo si fa con criterio e consapevolezza!
A presto!
Ciao Andrea,
secondo me oggi la maggior parte delle persone non da nessuna importanza all’efficenza energetica; sono poche le persone che tengono conto di questo fattore.
Devo dire però che comincia a diffondersi, solo tra i costruttori, una maggior attenzione al problema dell’efficienza energetica.
Secondo me l’unico modo per sensibilizzare le persone è quello di attribuire il giusto valore alle abitazioni. Se la casa è in classe A deve avere un costo maggiore di una di classe inferiore, cosa che oggi viene fatta in minima parte o affatto. E’ questo l’unico modo per far comprendere qualcosa agli italiani.
Si potrebbe inoltre redigere un “libretto dell’abitazione” dove vengono annotati tutti gli interventi realizzati sull’immobile e ad ogni intervento dovrebbe seguire una APE (che nella maggior parte dei casi viene omessa).
Le idee ci sono ma dubito sulla reale applicazione delle stesse.
Ciao Claudia grazie del commento.
Teoricamente le linee guida nazionali sulla certificazione energetica indicano proprio che l’attestato di prestazione energetica venga fatto ogni qualvolta si apportano modifiche al sistema edificio-impianto.
Per cui la legge c’è, basterebbe rispettarla.
Ciao Andrea.
Sempre interessanti i tuoi post e i tuoi commenti. Grazie
Noto che:
– una mini sensibilizzazione all’efficienza energetica è in atto
– c’è una scarsa attenzione all’efficienza energetica anche nei professionisti
– raramente (1 ogni 10) vedo nei progetti, la famosa “Legge 10” che riguarderebbe (guarda un po’) proprio il concetto di efficienza energetica. Spesso vedo progetti con isolamenti impostati in maniera forfettaria e senza un minimo di calcolo o verifica
– quindi complici anche gli uffici tecnici comunali, questo documento progettuale è ancor’oggi un tabù
– l’Attestato di Prestazione Energetica sarebbe un’arma perfetta per la sensibilizzazione, ma è stata resa obbligatoria nel peggior momento storico italiano (vedasi la crisi). Questo fa si che tale documento venga visto solo come onere e basta. Poi potremmo discutere anche sulla professionalità di alcuni certificatori… per dare ulteriore scredito agli APE. Però ben venga sto APE.
– E semplificare la lettura degli APE per la gente comune? In modo che una volta ricevuto l’APE il committente può leggersi i risultati in maniera chiara? Utilizzando magari delle note a margine di ogni “risultato di calcolo”?
Ciao Francesco, si hai ragione in quello che dici, infatti occorre che aumenti la cultura all’efficienza energetica non solo tra i consumatori finali, ma anche, ahimè, tra gli operatori del settore, tecnici e amministrazioni comunali compresi.
Saluti.